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La follia dell'auto-vaffa

La follia dell'auto-vaffa

n un Paese nel quale le Sardine fanno l' opposizione all' opposizione invece che al governo, sembra quasi normale che il governo si metta a fare opposizione. Ma non (... ) (...) dobbiamo assuefarci: è una follia. Ieri il Movimento 5 Stelle è sceso in piazza per manifestare contro il ripristino dei vitalizi. Vitalizi che loro hanno deciso di tagliare, ma il cui taglio al momento è in discussione alla Commissione contenziosa del Senato, in seguito ai ricorsi presentati da centinaia di ex parlamentari. La principale accusa rivolta dai giuristi è l' incostituzionalità della norma, scritta e approvata nel 2018 dal governo gialloverde. Quindi se il provvedimento non rispetta la Carta dovrebbero prendersela solo con loro stessi, che lo hanno stilato. Così ieri, i supporter grillini e quindi del governo, si sono radunati a Roma, nel cuore del potere, per manifestare contro il potere della casta. Potere del quale loro stessi, legittimamente e schizofrenicamente, fanno parte. È l' autovaffanculo del Movimento 5 Stelle che, in uno sdoppiamento di personalità, si fa da solo l' opposizione. Le immagini di Piazza Santi Apostoli, gremita di attivisti anti casta, sembra l' istantanea di una qualunque manifestazione grillina degli ultimi anni. Tutto identico: stesse facce, stessi slogan, stessa rabbia. Solo che ora al governo ci sono loro. Ma forse non lo sanno, hanno rimosso di avere vinto le elezioni, di avere dato vita a due esecutivi e di aver espresso un presidente del Consiglio. Il ritorno alla piazza, in questo caso, non è una esibizione muscolare, ma una manifestazione di impotenza. Sui cartelloni troneggiano frasi del tipo: «In piazza contro i vitalizi», dimostrando a caratteri cubitali che, evidentemente, nel palazzo non riescono a fare niente. Anche il vecchio motto «Onestà! Onestà!», rispolverato per l' occorrenza, ora suona come l' autocertificazione di un fallimento: se c' è ancora bisogno di scandirlo ad alta voce significa che qualcosa non è andato come doveva andare. Così la piazza diventa la mimesi di un partito allo sbando, prossimo alla scissione: con i militanti che chiedono «basta alleanze» e insultano Matteo Renzi e il Pd, mentre a due passi da loro, imbambolati in un silenzio accondiscendente, ci sono Luigi Di Maio e Vito Crimi, che si sono alleati con tutti - dai leghisti di Salvini ai comunisti di Leu, passando per i democratici di Zingaretti - e con Matteo Renzi sono al governo.

Dall' autovaffa all' autodistruzione il passo è brevissimo.

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