Potrebbe commettere nuovamente abusi sessuali, tentare la fuga e persino inquinare le prove. Fine delle feste quindi per Alberto Genovese, l'imprenditore 46enne fermato nella notte tra venerdì e sabato dagli investigatori della squadra mobile che lo accusano di violenza sessuale, detenzione e cessione di stupefacenti, sequestro di persona e lesioni. L'uomo resterà in carcere a San Vittore come ha deciso ieri il giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna, che ha accolto la richiesta della Procura convalidando il fermo e disponendo la custodia cautelare in carcere dell'uomo. Ad accusare il l'ex ceo di Facile.it (azienda che ha ceduto e in cui non ha più alcun ruolo dal 2014) e fino a domenica presidente di Prima Assicurazioni è infatti una diciottenne milanese. Il 10 ottobre, come testimoniano anche i video della videosorveglianza interna, Genovese le ha fatto perdere i sensi facendole prima sniffare cocaina e, successivamente - ma stavolta a insaputa della ragazza - ketamina (stupefacente pericolosissimo che porta a una dissociazione tra mente e corpo) durante una festa nel suo attico, l'ormai arcinota «Terrazza sentimento» di piazza Santa Maria Beltrade. Lì, a due passi dal Duomo, secondo la polizia l'uomo organizzava droga party che (c'è molto più di un sospetto) spesso terminavano in stupri indotti da cocktail di stupefacenti. Gli investigatori sono convinti che ad approfittare di ragazze inermi perché drogate e quindi fatte svenire ad hoc siano stati in simili occasioni anche altri ospiti del manager.
Nel frattempo, a corroborare prove incontrovertibili come appunto i filmati delle telecamere, c'è una testimonianza fotocopia - prima l'assunzione volontaria di cocaina poi quella inconsapevole di ketamina - di un'altra vittima. Abusata la scorsa estate a Ibiza, dopo un party.
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