Politica

Fondazione Open, la lista delle 40 società messe nel mirino dai pm

Nell'inchiesta della Procura di Firenze sulla Fondazione che sosteneva le attività politiche di Renzi, spunta l'elenco delle 40 società attenzionate dai pm: ci sono giganti come British American Tobacco e Gruppo Menarini, e diversi privati

Fondazione Open, la lista delle 40 società messe nel mirino dai pm

Procedono spedite le indagini della Procura di Firenze sulla Fondazione Open. L'obiettivo dei pm fiorentini è sempre lo stesso: verificare se chi ha versato fondi per finanziare l'attività politica di Matteo Renzi, attraverso la Fondazione che fino al 2018 organizzava la festa della Leopolda, abbia ottenuto in cambio dei vantaggi per le proprie aziende o incarichi nelle istituzioni. Mentre emerge l'iperbolica cifra di 100mila euro come tariffario richiesto ai privati dall'ex presidente di Open, l'avvocato Alberto Bianchi, per incontrare l'attuale leader di Italia Viva, dalle carte dell'inchiesta spuntano i nomi dei soggetti, tra società e imprenditori, che sarebbero entrati in contatto con Bianchi (indagato per traffico d'influenze, riciclaggio e finanziamento illecito).

Le società nel mirino dei pm

Sono una ventina, riporta Repubblica, i soggetti individuati lo scorso ottobre dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Firenze: British American Tobacco, Fingen spa, Chiantishire Società Agricola, Sanavir srl, Chiti Alessandro, Rtv38, Gruppo Menarini, Gruppo Garofalo, Gruppo Maestrelli Pida, Telecomunicazioni Italia srl, Gruppo Golden Production e l'Nh Group di Vittorio Farina. E ancora: l Gruppo Moby di Vincenzo Onorato, Algebris Investment di Davide Serra (amico di Renzi e tra i suoi finanziatori della prima ora), la galassia societaria di Alfredo Romeo e Vito Pertosa.

C'è poi una seconda lista in cui compaiono persone fisiche o persone giuridiche "collegate ai soggetti predetti" (come si legge nel decreto di perquisizione dell'avvocato Bianchi): Airlines Handling Agents spa, Corporation America Italia, Alicross, Lagfin, Aurelia srl, Big Space, Begin, G.F. Uno, Getra Power, Mossi e Ghisolfi spa, Golden Production, Associazione Azimut, Associazione Comunicazione Reale, Il Mercante dei Sogni, Intek Group, Promidis, Irbm spa, Karat srl, Impresa Pizzarotti, Intesa Aretina scarl. Gli ultimi ad essere stati individuati dai finanzieri, a novembre, sono stati Kairos Investment Management spa e Kairos Partners Sgr.

Finanziamenti sospetti e la consulenza di Bianchi a Toto

Si tratta di soggetti di cui Il Giornale ha già parlato a proposito di alcuni finanziamenti sospetti su cui hanno messo gli occhi le Fiamme Gialle: 110mila euro versati alla Fondazione Open dalla British American Tobacco nell’estate del 2014, 150mila euro dal Getra Power e così via, per un totale di 6,2 milioni di euro incassati complessivamente dalla fondazione tra il 2012 e il 2018.

Nel mirino della Procura fiorentina c'è l'incarico che l'avvocato Bianchi, legale rappresentante di Open, ha svolto per conto del Gruppo Toto al fine di risolvere un contenzioso con Autostrade. Incarico che gli è stato pagato 2,25 milioni di euro. Gli accertamenti disposti dai pm hanno rivelato che parte di quel denaro, 750mila euro, gli era stato versato sul proprio conto personale, bonificando poi 200mila euro ad Open e altri 200mila al Comitato per il sì al referendum del 2016.

Schema che potrebbe essersi ripetuto anche in altri casi. Ipotesi che però viene smentita con decisione dall'avvocato di Bianchi, Nino D'Avirro, per il quale il suo assistito non ha avuto consulenze con quasi nessuno dei circa 40 soggetti citati in precedenza.

Mentre nel caso di Toto, si trattava di una regolare parcella.

Commenti