
La vita è un gioco, un numero scritto su un biglietto che rotola in un'urna, mescolato ad altre vite, il destino nelle mani di una bambina, di un computer, del caso in ogni caso, scommettere sulla fortuna visto che non puoi farlo su te stesso. Non ci sono scorciatoie, raccomandazioni, clientele, nello sfidare il destino, tutti uguali, tutti sullo stesso piano, concorrenza globale ma nessun libero mercato. O forse no, nella fortuna, così come nel genio, trovi sempre come dice il Melandri di « Amici miei » fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione, il risultato al posto del Caso, il cervello invece che il culo. Se non è un pesce d'aprile, ogni agenzia di stampa che porta quella data è da considerarsi sospetta, David Long, camionista in pensione, la stessa faccia di Boris Johnson e la stessa pettinatura di Rod Stewart, e la moglie Kathleen sono riusciti nel noioso tran tran di Scunthorpe nel Lincolnshire in un'impresa che aveva una probabilità su 283 miliardi di riuscire, quasi la stessa che ha l'Inter di portarsi a casa lo scudetto: hanno vinto per due volte in due anni un milione di sterline alla lotteria. David dice di aver avuto un presentimento: «Due anni fa pensavo di avere buone possibilità perchè c'erano in palio 100 premi da un milione di sterline. Venerdì sera invece passavo da un negozio e ho visto che c'erano 10 premi da un milione con EuroMillions e anche una bella macchina in palio. Così ho provato...». Dice anche di aver giocato gli stessi numeri di due anni fa, la foto che lo ritrae con due assegni in mano grossi così davanti a una Jaguar nuova di pacca lo ha reso simpatico come D'Alema quando parla con i giornalisti. Sei già diventato milionario senza aver fatto nulla per meritarlo perchè ti compri un altro biglietto, perchè fai piovere sul bagnato, perchè raddoppi invece di lasciare? Forse perchè sfidare l'impossibile, da qualche parte nell'imponderabile, è calcolo invece che azzardo. Piaceva di più, e te credo, l'invincibile asso del black jack, nome in codice Robin Hood 702, che a Las Vegas sbancava i casinò per per curare bambini malati, pagare case ai diseredati, salvare anziani dal marciapiede, vendicatore mascherato della crisi globale. Il professor Mickey Rosa di «21» saccheggiava i casinò di Las Vegas applicando la scienza al black jack grazie al suo spettacolare talento per i calcoli. La faceva sembrare fortuna.
Per gli antichi faber est suae quisque fortunae , ognuno è artefice del proprio destino, per la scienza, che pure si sta accapigliando sul fatto che il cancro sia sfortuna o mutazione non casuale del genoma, i baciati dal destino sono in realtà, certifica lo studio dell'Università inglese dell'Hertfordshire, persone che sanno sfruttare le occasioni, cambiare le proprie abitudini, ascoltare il proprio intuito, che non si perdono in lamentele, cioè quasi l'intera popolazione di facebook, che pensano positivo. Il Caos non è assenza di ordine, ma regole nascoste dell'universo, se vuoi cambiare il mondo, devi per prima cambiare il modo in cui lo guardi. Alex Hermann, l'unico su quasi 5 milioni di scommettitori americani ad aver indovinato tutte le previsioni sulle 16 finaliste del torneo universitario di basket, aveva una sola possibilità di riuscirci su 13 milioni 460 mila possibilità. E l'ha centrata. Un ragazzino autistico.
La fortuna scritta nel Dna, nella struttura cognitiva, nella visione selettiva. Ma come spiegare Tsutomu Yamaguchi che è a Hiroshima quando sganciano la prima atomica ed è a Nagasaki quando sganciano la seconda. É morto cinque anni fa a 94 anni. O Feliz Sanchez che si licenzia dalla banca d'affari Merrill Lynch il giorno prima dell'11 settembre per morire due mesi dopo nella tragedia aerea del Queens.
O i sedici liceali di Haltern am See estratti a sorte per un viaggio studio in Spagna. L'aereo al ritorno lo pilotava Andreas Lubitz.Ma c'è tempo per spiegare l'inspiegabile. Quello che si vede in fondo è solo la metà di quello che esiste.
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