Quirinale 2015

Forza Italia, 36 disubbidienti lasciano le impronte digitali

Alcuni grandi elettori azzurri avrebbero votato "On. Sergio Mattarella" anziché scheda bianca. Fitto: basta nazarenate. Brunetta attacca il premier: "In balia di un dittatorello di provincia"

Forza Italia, 36 disubbidienti lasciano le impronte digitali

«On. Sergio Mattarella»: i «franchi soccorritori» azzurri lasciano persino la firma sulla scheda che manda in orbita il candidato di Renzi. Alla fine saranno 36 le impronte digitali forziste - certe - su Mattarella. Il che fa presupporre che chi non ha rispettato la direttiva di votare «bianca» siano stati molti di più. Quanti? Difficile fare il conto preciso ma i grandi elettori forzisti erano 142. Le schede bianche solo 105. Non solo: non tutte le bianche sono attribuibili a Fi posto che una manciata di «bianche» sono arrivate dagli alfaniani contrari al rinculo su Mattarella e qualche «bianca» sarà partita pure dalla sinistra. Ancora: nei voti dispersi, riconducibili a Fi, ci sono anche i 2 ad Antonio Martino, uno a Denis Verdini e magari qualche scheda indicibile andata tra le «nulle». Insomma, si può legittimamente pensare che i «mattarelliani» azzurri abbiano sfondato quota 40, se non di più. E chi ci dice, poi, che qualche «soccorritore» l'abbia fatto senza lasciare impronte votando semplicemente «Mattarella»?. Al di là del sudoku difficilmente risolvibile il dato politico è netto: Forza Italia, nel segreto dell'urna, si sbrindella tra «Nazareni», «fittiani», «antirenziani». Toti minimizza: «Qualche voto è andato Mattarella. Non mi sembra una cosa disdicevole, lui è una persona stimata con un ottimo curriculum». Il problema è che già nei giorni scorsi il partito era una pentola a pressione ma questa volta il tappo salta se addirittura una tradizionalmente tendente all'afono come la senatrice e vicinissima al Cavaliere Mariarosaria Rossi in Transatlantico parla a ruota libera. Vestita di rossonero, come il suo umore, la Rossi non si trattiene: «Voi della stampa vi siete preoccupati così tanto del cerchio magico e non tenevate conto dei disastri che stava facendo il duo tragico...». Chiaro riferimento a Denis Verdini e Gianni Letta, i principali tessitori del patto del Nazareno, stracciato così in malo modo dal premier. Verdini è da tempo sul banco degli imputati: messo lì dai fittiani ma non solo da loro. E ora pare che Denis, che più volte ha minacciato di abbandonare qualsiasi trattativa per conto di Berlusconi, questa volta sia orientato a gettare la spugna per davvero: pare non abbia più voglia di scontrarsi con Brunetta con il quale giorni fa era quasi arrivato alle mani. Già, Brunetta: forse uno dei più acerrimi nemici del patto del Nazareno. Brunetta che attacca: «Renzi ha superato il segno. Dopo aver voluto umiliare la buona fede di Berlusconi tradendo la sua fiducia, ora pretende di fare il capo di Forza Italia. Povero Paese in balia delle voglie di un dittatorello di provincia». Tutti con Brunetta ora? Niente affatto. I tanti voti azzurri andati a Mattarella sono un messaggio a Berlusconi: «Dobbiamo continuare a trattare con il premier per rimanere in partita, altrimenti saremo marginali».

Chi ora ride è Raffaele Fitto che da mesi metteva in guardia il Cavaliere: «Attento che Renzi ci frega». Dice: «Avevo ragione io. E sono convinto che anche chi la pensava diversamente possa oggi onestamente riconoscerlo. Ora basta “nazarenate”». Lui giura che tra i suoi - una quarantina - nessuno ha votato Mattarella: «Non abbiamo bisogno di fare operazioni sottobanco». Tutti con Fitto, ora? Niente affatto. Anche chi era scettico dell'operazione Nazareno continua a sparacchiare sull'eurodeputato: «Ci ha diviso, non si fa così...».

Gli azzurri sono neri.

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