Con il via libera di Matteo Salvini e la regia di Giancarlo Giorgetti la Lega accende la scintilla ferragostana, rompe gli indugi e annuncia la corsa solitaria per le Regionali abruzzesi del prossimo autunno. Una mossa tattica inaspettata, un'accelerazione improvvisa che fa salire la tensione interna al centrodestra.
I toni inevitabilmente si inaspriscono, anche se sotto traccia il filo del dialogo viene tenuto vivo dai pontieri consapevoli che il futuro della coalizione passerà in buona parte da una ricucitura dello strappo sulla Rai, questione che verrà affrontata a settembre. Nel frattempo le schermaglie verbali si concentrano sulla crisi della lira turca, uno scenario che secondo Renato Brunetta potrebbe ripetersi anche nel nostro Paese qualora si procedesse con scelte avventate. «I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio dovrebbero seguire molto attentamente quanto sta accadendo in Turchia in queste ore, con la lira turca sprofondata ai minimi storici contro il dollaro nel bel mezzo di una fuga di capitali esteri senza precedenti» dice Renato Brunetta. «Il sovranismo di Erdogan sta facendo fuggire gli investitori esteri».
Un monito più politico arriva da Gianfranco Micciché che mette in guardia Salvini, ma avverte anche i forzisti del Nord, tentati da avventure leghiste. «Il centrodestra è sempre più a rischio. Questa coalizione ha una logica se la componente moderata è prevalente. Oggi i rapporti si stanno ribaltando» dice a Repubblica il presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Il messaggio è rivolto a Salvini, che «ha preso una strada sbagliata», ma soprattutto «ai tanti colleghi del Nord che, per paura di perdere un collegio alle prossime elezioni, si sono appiattiti sul Carroccio. La rottura in Abruzzo conferma che Salvini si sta allontanando da posizioni moderate che avevano garantito il nostro legame. Lui vola nei sondaggi ed è il più bravo a cogliere il vento populista. Io resto convinto che se abbandona Forza Italia è destinato a crollare».
Lo strappo abruzzese continua naturalmente a far discutere. Sul territorio, se Fratelli d'Italia parla di «un assist ai Cinquestelle», Forza Italia con Nazario Pagano lancia un invito alla ragionevolezza. «Non ho mai escluso che il candidato possa essere di Lega, Fratelli d'Italia o della società civile, ho messo sempre al primo posto l'unità della coalizione per essere competitivi. L'importante è che sia un nome forte» dice il coordinatore azzurro ad Abruzzoweb.
La partita abruzzese non sembra del tutto chiusa. La Lega è decisa a presentare come candidato presidente l'ex parlamentare di Forza Italia Fabrizio Di Stefano, pronto a schierare tre liste civiche con personalità e politici locali. L'obiettivo è sfondare quota 30% attraverso la somma di questi soggetti (la Lega è data sopra il 20%). Ma al momento margini di ricucitura esistono ancora.
Movimenti politici e fibrillazioni si registrano anche in Piemonte dove il capogruppo di Fi in Regione, Andrea Fluttero, riferisce Lo Spiffero, è tra gli animatori di un'iniziativa in programma il prossimo autunno di concerto con Viviana Beccalossi. L'appello è rivolto «a tutte le forze politiche, gli amministratori, i simpatizzanti, gli operatori economici che non si sentono rappresentati dalla Lega di Salvini e si riconoscono nei valori popolari e liberali» affinché «superino i personalismi e contribuiscano alla costruzione di una piattaforma di progetti concreti».
Assieme a Fluttero e Beccalossi sono della partita altri cavalli della scuderia del Pdl: l'assessore regionale in Veneto Elena Donazzan, l'ex deputato umbro Pietro Laffranco e un altro ex parlamentare con una lunga storia politica tra An, Pdl e Fratelli d'Italia come Massimo Corsaro. L'idea è creare un movimento che non si lasci risucchiare dalla Lega, ma faccia concorrenza a Salvini sul suo stesso terreno.
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