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"Forza Italia determinante. Saremo noi a cancellare reddito e assistenzialismo"

Il numero due degli azzurri: «Dal Sud parte la riscossa. Salvini? Non avrei citofonato...»

"Forza Italia determinante. Saremo noi a cancellare reddito e assistenzialismo"

Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, torna vincitore dalla Calabria riconquistata dal centrodestra e ad Arcore si prepara a una riunione sul dopo regionali con Silvio Berlusconi e il gruppo dirigente. La sua voce è euforica, al telefono.

Jole Santelli le ha fatto ballare la tarantella, per festeggiare un successo schiacciante.

«È vero, sarà la prima governatrice di una regione del Sud e in Calabria raggiungiamo il 30% con le liste affiliate; Forza Italia è il primo partito della coalizione e dimostra di poter dare al centrodestra una classe dirigente seria, credibile, affidabile e vincente. Dopo Bardi in Basilicata, Toma in Molise e Cirio in Piemonte. Senza di noi non si vince, siamo determinanti».

In Emilia, però, non è andata affatto bene per gli azzurri ed è Bonaccini a festeggiare con le note di Vasco Rossi.

«No, ma non è mai stata una Regione dove siamo stati forti e ci sono stati problemi anche interni. Dovremo migliorare il radicamento sul territorio, ci lavoreremo. È nel Sud che il nostro movimento è fortissimo e Berlusconi si è impegnato personalmente in Calabria, come anche in Emilia. Proprio dal Meridione partirà la riscossa di Fi per salire verso nord, con un'azione di rinnovamento e rilancio. La nostra battaglia sarà contro il reddito di cittadinanza e la politica assistenzialista del governo. Nei prossimi mesi si voterà in Puglia e in Campania, dove abbiamo scelto noi il candidato governatore in Stefano Caldoro e anche lì dimostreremo che Fi è il primo partito della Regione ed è utile al centrodestra con percentuali a due cifre. Il risultato in Calabria dimostra che rimaniamo la forza più seria, credibile e affidabile, anche a livello internazionale e soprattutto per il valore aggiunto della grande esperienza di Berlusconi».

Rimane il fatto che non è arrivata dall'Emilia quella spallata al governo Conte che tanto speravate.

«Certo, se avessimo vinto in due Regioni la spallata sarebbe stata fortissima, ma ora abbiamo di fronte una maggioranza in cui la sinistra ha perso l'ennesima Regione, la Calabria e il M5s si sta liquefacendo. Sono risultati che dovrebbero far riflettere il governo, sostenuto da partiti sempre in contrasto, da Renzi a Leu. Hanno un problema serio».

Salvini qualche errore l'ha fatto trasformando il voto regionale in un referendum sul governo e facendo una campagna elettorale così aggressiva, tanto da andare a citofonare ad un presunto spacciatore?

«Io non giudico e non critico Salvini per come fa campagna elettorale, ognuno ha il suo stile. Ma ho già detto che personalmente non avrei suonato al citofono ma sarei semmai andato da polizia o carabinieri, soprattutto se fossi stato un ex ministro dell'Interno. Ma il fatto poi è stato strumentalizzato dalla sinistra».

Zingaretti ora che il M5s si affloscia parla di nuovo bipolarismo: o con il Pd o Salvini.

«Sì, lui avrebbe interesse ad un confronto solo tra la destra e il centrosinistra, ma ha fatto i conti senza l'oste. Il suo partito in Calabria ha perso soprattutto con Fi, che sarà un avversario più pericoloso di quel che pensa anche a livello nazionale, perché porterà la battaglia sul piano dei principi, difendendo quello di uno Stato sempre al servizio del cittadino e non viceversa. A sinistra sbagliano le previsioni: avranno di fronte una coalizione articolata, che li metterà in difficoltà».

Presto ci saranno altre regionali in cui vi confronterete. In Campania avete indicato Caldoro ma Mara Carfagna, che ora ha un suo movimento, aveva espresso perplessità: sarete uniti nel sostenerlo?

«Come ho detto, Fi punta molto su buoni risultati nel Sud. Al momento della scelta ci sono stati punti di vista diversi anche in Calabria, ma poi si superano. In Campania, Caldoro è il nostro uomo di punta, il miglior candidato, capace di vincere e di governare».

L'altra Regione rossa, la Toscana, dovrebbe avere un candidato governatore scelto dalla Lega, eppure si è fatto avanti autonomamente Massimo Mallegni, vicino alla Carfagna.

«Le candidature regionali si decidono a livello nazionale non locale.

Ci sono tante regioni al voto, come Marche, Puglia, Liguria e presto si riuniranno i leader della coalizione per fare delle scelte collegiali».

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