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Forza Italia favorevole al passaporto vaccinale. La rinuncia di Bertolaso

Tajani: sì alla certificazione per spostarsi. Il medico: non corro come sindaco di Roma

Forza Italia favorevole al passaporto vaccinale. La rinuncia di Bertolaso

La libertà è il principio cardine della politica azzurra. Ecco perché Forza Italia continua a puntare sui vaccini come veicolo essenziale per un ritorno alla normalità, che vuol dire essenzialmente libertà di muoversi e libertà d'impresa. Antonio Tajani, coordinatore nazionale degli azzurri, saluta quindi con favore e compiacimento l'annuncio da parte della Commissione europea di una «Covid pass», una sorta di passaporto vaccinale, per consentire a chi è immunizzato di tornare a muoversi liberamente. Con favore perché è, secondo l'intero gruppo dirigente di Forza Italia a partire dallo stesso Berlusconi, il metodo migliore per garantire in piena sicurezza la mobilità, e con compiacimento perché le indicazioni dell'Unione europea rispecchiano quelle che sono state le indicazioni di Forza Italia sull'importanza strategica dei vaccini e sul coordinamento di una politica sanitaria europea. «Sarà una sorta di day-after dopo il lockdown di Pasqua, che tutti speriamo sia davvero l'ultimo per le imprese del settore - gli fa eco Anna Maria Bernini, capogruppo azzurro al Senato -. Con la maggiore disponibilità di vaccini nel secondo trimestre, il pass comunitario garantirà la ripresa graduale degli arrivi sia per vacanza che per lavoro». Forza Italia, insomma, è in perfetta sintonia con il governo dell'Unione europea.

«L'Unione europea era partita bene ma poi si è persa per strada. Ora bisogna recuperare il tempo perduto. - dice Berlusconi ai suoi -. E i vaccini sono l'antidoto più efficace contro la crisi». Da Arcore il leader di Forza Italia ricorda che è stato il primo firmatario, seguito da tutti gli eurodeputati di Forza Italia, di un'interrogazione con la quale si chiedeva alla Commissione europea di creare un coordinamento europeo sulla sanità. E l'idea di una certificazione unica, valida per tutti gli Stati membri, va sicuramente in quella direzione. Tajani, intanto, ha incontrato a Roma il ministro Karoline Edtstadler, responsabile proprio dei rapporti tra Vienna e l'Unione Europea. Alla quale ha annunciato il pieno sostegno in sede di Parlamento europeo per questa proposta.

Il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ha intanto benedetto ieri a Pordenone, l'accordo varato dal governatore del Friuli Massimiliano Fedriga con la Confindustria e i sindacati per l'avvio di una campagna che intende immunizzare tutti i lavoratori delle aziende della regione e che coinvolge Croce Rossa e i Medici di cure primarie. «Siamo pronti con tutte le nostre armate - commenta Fedriga - ora mancano soltanto le munizioni, cioè le dosi».

Si è aperto intanto il dibattito sul problema dell'approvvigionamento dei vaccini, con la conseguente critica all'atteggiamento tenuto da alcune aziende produttrici. Se l'alleato di coalizione e di governo, Matteo Salvini, parla di «guerra commerciale sulla pelle degli italiani e dei cittadini europei», Tajani smorza i toni. Il coordinatore nazionale di Forza Italia spiega che per chiarire «eventuali responsabilità» è necessario uscire dall'emergenza. «Accerteremo le colpe - promette - e chi avrà sbagliato subirà le sanzioni dell'Unione Europea».

E a proposito di vaccini, Guido Bertolaso fa un passo indietro. Rinuncia alla candidatura a sindaco di Roma per il centrodestra.

«Il mio impegno ora è tutto per la campagna vaccinale in Lombardia» ha spiegato l'ex numero uno della Protezione civile.

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