Forza Italia non cede: un governo giallorosso è alleanza innaturale

Gli azzurri attendono gli eventi. La linea: centrodestra o esecutivo di unità nazionale

Forza Italia non cede: un governo giallorosso è alleanza innaturale

Alla vigilia del dibattito in Senato e delle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, Forza Italia riflette su come gestire la crisi. Silvio Berlusconi dalla Francia osserva in silenzio la partita a scacchi che si consuma nella maggioranza uscente - quella tra Lega e M5s - e nella nuova maggioranza in via di formazione tra Pd e grillini.

La linea ufficiale resta quella dei giorni scorsi: nessun cedimento, nessuna possibilità di prendere parte a un governo a trazione giallorossa. L'unica via percorribile resta quella di un governo di centrodestra, numeri permettendo, o al limite un governo di unità nazionale con il contributo della Lega. Il presidente di Forza Italia è consapevole che l'ipotesi di un governo istituzionale sta prendendo forma e sa che una quota minoritaria di parlamentari azzurri è tentata dal valutarne la percorribilità. Ma la dirigenza di Forza Italia tiene il punto, anche se i toni e le dichiarazioni in questa fase delicata si fanno più rarefatti e si sceglie la prudenza, evitando di esporsi sui tg nazionali.

«Finché non si ferma la palla può accadere di tutto», commenta un parlamentare. «In tanti rischiano di farsi male». E mentre Maria Elisabetta Alberti Casellati, ospite del Meeting di Rimini, decide di investire sui valori cardine del centrodestra italiano, parlando di sostegno alla famiglia e alla natalità, Maurizio Gasparri pianta in profondità alcuni paletti chiedendo ai parlamentari di tenere dignitosamente la barra dritta e di scegliere una direzione strategica, senza cedere ai tatticismi di corto respiro.

«Credo che dibattiti scomposti per governi innaturali non possano interessare in alcun modo Forza Italia. Il centrodestra ha vissuto anni delicati e spesso si è trovato a assumere posizioni diverse al suo interno. Ora è proprio Forza Italia che deve ridare una prospettiva seria e matura alla coalizione di centrodestra. Che deve trovare la sua unità e la sua vocazione gollista. Una proposta di governo rivolta al futuro, che unisca passioni vere e progetti realizzabili. Questo è il senso di marcia che dobbiamo imprimere al nostro cammino. Nel momento dei tatticismi, delle confusioni, delle alleanze ibride l'unica via è quella della chiarezza e della coerenza. Questa è la caratteristica di Silvio Berlusconi. Avere indicato formule politiche chiare, aver fondato il centrodestra, avere cambiato profondamente la politica in Italia, ponendo fine a un monopolio della sinistra e del centrosinistra. Tutto può fare Forza Italia tranne che favorire soluzioni confuse e pasticciate». Una posizione sposata con convinzione anche da Mariastella Gelmini - «prima si restituisce la parola agli italiani e meglio è» - e da Anna Maria Bernini che pur non risparmiando critiche alla gestione leghista della crisi non credono alla possibilità di percorrere altre strade e chiedono a tutti di muoversi con coerenza.

Il leit motiv degli azzurri è la sottolineatura del peccato di hybris commesso da Matteo Salvini, uno scivolone forse utile per ristabilire dentro il centrodestra nuovi equilibri. «La politica è veramente una cosa meravigliosa e in Italia, evidentemente, lo è ancora di più» dice il vicepresidente dei deputati azzurri, Stefano Mugnai. «Se le cose andranno come sembra ci ritroveremo al paradosso di un governo sostenuto da partiti, come il Pd e Leu, che hanno perso rovinosamente le ultime elezioni e con i partiti che in coalizione le hanno vinte tutti all'opposizione. Se così fosse è sin troppo facile individuare il responsabile di tutto ciò, il ministro dell'Interno che, come dice il motto chi troppo vuole nulla stringe, evidentemente, si era fatto un film molto più facile. Ma la realtà non è mai facile, né semplice».

«Se così sarà Forza Italia dovrà lavorare con grande determinazione per dimostrare che il centrodestra, che con Berlusconi abbiamo creato, è cosa diversa rispetto alle derive populiste e sovraniste ed è l'unico che può governare, relegando le sinistre all'opposizione».

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