Berlusconi, anche dalla suite dell'ospedale San Raffaele dov'è ricoverato, tiene il timone di Forza Italia. E, con un messaggio su facebook, mette a tacere tutte le voci nate attorno a una sua uscita di scena per motivi di salute. Nessun successore, nessun reggente, nessun direttorio. Dopo aver voluto salutare e ringraziare tutti quelli che gli hanno dimostrato affetto e solidarietà, parla di politica: «Seguo da qui le vicende politiche in vista dei ballottaggi, e chiedo a tutte le donne e gli uomini di Forza Italia il massimo impegno per far prevalere i candidati del centrodestra ovunque siano in campo». Non solo: «Forza Italia è pienamente operativa nei suoi organismi nazionali e periferici ed è perfettamente in grado di operare in questi giorni di mia forzata assenza». Altrimenti detto: non c'è bisogno di creare alcun direttorio; il partito funziona bene così com'è. Più chiara ancora la nota di Deborah Bergamini, portavoce di Berlusconi e responsabile comunicazione degli azzurri: «In questo momento tutta Forza Italia, oltre ad essere vicina al presidente Berlusconi, è totalmente e unitariamente mobilitata da Nord a Sud per i ballottaggi di domenica 19 giugno. Non è in corso alcuna creazione di organismi di governo ad hoc dal momento che Forza Italia ha già, per statuto, organi direttivi pienamente operativi. E le fantasiose ricostruzioni sui quotidiani di oggi, circa la riorganizzazione di Forza Italia sono prive di fondamento e hanno evidentemente lo scopo, vano, di voler portare confusione all'interno del nostro movimento».
In effetti il consiglio dato al Cavaliere da parte dei medici di fare un po' di digiuno di politica per riposare ha fatto partire una ridda di voci attorno a un suo definitivo abbandono con relativa corsa alla successione e, quantomeno, alla creazione di una sorta di direttorio per la guida del partito. Di un fantomatico «comando collegiale» di Forza Italia se n'era già parlato mesi fa ma anche all'epoca il Cavaliere aveva mostrato pollice verso: il partito lo guido io. L'ipotesi, poi, era un po' campata per aria perché non era mai stato chiaro da chi sarebbe stato composto e come. Sarebbe stato eletto o nominato? Oppure una via di mezzo con una ratifica delle nomine da parte del leader? Tutte questioni di lana caprina superate dal fatto che il leader è sempre rimasto Berlusconi in persona. Il quale, anche in questi giorni, non ha certo gradito chi ha fatto nomi di un successore che non c'è. S'era detto di Gelmini, di Carfagna e persino di Parisi che di Forza Italia non è. E proprio Parisi in persona smentisce ogni ambizione di leadership: «Sono chiacchiere giornalistiche, sono qui per fare il sindaco di Milano e non ho mai pensato ad altro. Sono sceso in politica per fare questo e non farò altro che questo». E sempre Bergamini taglia corto: «Il tema della leadership in questo momento è completamente fuori dalla realtà. Comprendo che i mezzi di stampa siano solleticati dalla curiosità di ragionare su possibili scenari ma non ci sono possibili scenari futuri.
C'è una sola leadership in Forza Italia ed è quella del presidente Berlusconi».A ruota, moltissimi parlamentari esprimono lo stesso concetto: da Nunzia De Girolamo, ad Andrea Mandelli passando per Mara Carfagna: il capo c'è e non serve altro.
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