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Foto hard di bambini Monsignor Capella condannato a 5 anni

L'accusa: detenzione e cessione di materiale pedopornografico. Il prelato aveva confessato

Foto hard di bambini Monsignor Capella condannato a 5 anni

Cinque anni di reclusione e cinquemila euro di multa. Una sentenza dura, il massimo della pena prevista per l'accusa di detenzione e scambio di materiale pedopornografico, con l'aggravante dell'ingente quantità.

Si trova ora nella cella della Gendarmeria vaticana monsignor Carlo Alberto Capella, ex funzionario presso la nunziatura negli Usa, dopo il processo a suo carico presso il Tribunale del Vaticano. Venerdì la prima udienza, ieri la seconda e poi la sentenza: è stato ritenuto colpevole e condannato alla reclusione.

«Il Tribunale - si legge nel dispositivo - ritenute in particolare sussistenti le condotte di divulgazione, trasmissione, offerta, nonché di detenzione a tali fini di materiale pedopornografico, ha dichiarato l'imputato colpevole». Il promotore di Giustizia aveva chiesto per l'ecclesiastico 5 anni e nove mesi di reclusione, oltre a 10mila euro di multa.

Nella sentenza, letta dal presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Della Torre, dopo un'ora di Camera di Consiglio, si spiega che ai cinque anni di reclusione si arriva partendo da una pena base di quattro anni e 4mila euro di multa, «aumentati per la continuazione del reato e bilanciata dalle circostanze attenuanti generiche, concesse anche in ragione del contegno processuale dell'imputato».

L'ex funzionario della nunziatura di Washington - arrestato il 7 aprile scorso e rinviato a giudizio dal Tribunale vaticano - ha ammesso fin da subito tutte le accuse, come già fatto durante la fase istruttoria, ma nelle dichiarazioni finali del processo-lampo ha chiesto comprensione. «Spero che questa situazione possa essere considerata un incidente di percorso nella mia vita sacerdotale che amo ancora di più», ha detto.

Una «crisi personale», ha dichiarato Capella, dovuta al suo trasferimento da Roma a Washington.

Roberto Borgogno, avvocato di fiducia dell'ecclesiastico, nel corso della prima udienza aveva affermato: «Quello che vogliamo fare è ridimensionare, riportare alla giusta dimensione, i fatti riportati dai media».

Ascoltati anche due testimoni: Gianluca Gauzzi, l'ingegnere informatico della Gendarmeria che ha analizzato il materiale digitale e che già era stato chiamato a testimoniare durante il processo Vatileaks 2 e il medico psicoterapeuta e psichiatra Tommaso Parisi, che ha ancora in cura l'imputato. Decisa anche la confisca del materiale sequestrato e la condanna al rifacimento delle spese processuali.

«Gli errori che ho fatto sono evidenti, ed evidente è anche il fatto che si riferiscono a un periodo di fragilità - ha detto Capella durante il processo -. Sono dispiaciuto che la mia debolezza abbia inciso sulla vita della Chiesa, della Santa Sede e della diocesi e sono addolorato per la mia famiglia». «Voglio continuare il sostegno psicologico» ha proseguito. Il vescovo ha raccontato ai giudici la difficoltà nel vivere negli Stati Uniti. «I primi quattro mesi sono stati piuttosto blandi - ha sottolineato -. Provavo un senso di vuoto e inutilità«. E così comincia a usare il profilo su Tumblr, creato poche settimane prima per «amore degli animali e delle loro buffe espressioni». Uno strumento utilizzato per ricevere e inviare immagini, video e shota (manga giapponesi a contenuti pornografici), spesso con soggetti minorenni. Sul social il diplomatico vaticano usa il nickname «Bibodoppio», cercando nella fattispecie ragazzi tra i 13 e i 17 anni.

Sequestrato il materiale pedopornografico, una quarantina tra foto e video, acquisito tra Usa e il Canada, dove sono stati compiuti i reati, e il Vaticano.

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