Cronache

Francesca, confessa l'amico: "L'ho ammazzata a mani nude"

Aveva respinto le accuse ma è stato tradito dalla felpa che indossava quella sera, ritrovata sporca di sangue

Francesca, confessa l'amico: "L'ho ammazzata a mani nude"

Alla fine è crollato e ha confessato. Andrea Pavarini, giardiniere 32enne, avrebbe ammesso l'omicidio di Francesca Fantoni, la donna trovata morta lunedì in un parco pubblico a Bedizzole, nel bresciano. Secondo le prime indagini dei carabinieri di Desenzano, l'uomo ha ucciso l'amica a botte e a mani nude. La 39enne avrebbe respinto la sua pretesa di avere un rapporto sessuale. Un destino, quello di pagare con la vita il «no» detto a un uomo incapace di affrontare il rifiuto, che Francesca condivide a distanza di 14 anni con Elena Lonati. Le due donne erano state compagne di banco alle scuole superiori, presso le suore Canossiane di Brescia. Elena era stata ammazzata dal sacrestano di una parrocchia cittadina.

Pavarini si trovava in carcere a Brescia dopo essere stato fermato come indiziato. Ieri mattina avrebbe prima negato, poi ammesso e poi accettato di rispondere al gip. «Ha risposto a tutte le domande», ha detto il difensore, l'avvocato Ennio Buffoli, dopo l'interrogatorio di garanzia. In un primo momento l'uomo avrebbe respinto le accuse, persino davanti alle immagini delle telecamere di sorveglianza in strada e in un bar che lo hanno ripreso insieme alla vittima e poi di nuovo poco dopo da solo e con gli abiti sporchi. Di fango e sangue, si scoprirà con le analisi. Anche un testimone ha riferito di averlo visto imbrattato.

A farlo cadere è stata quella che gli inquirenti considerano la prova chiave. Proprio la felpa che indossava in quei fotogrammi è stata ritrovata nella lavanderia di casa sua. Le macchie si sono rivelate tracce ematiche, il Dna quello di Francesca Fantoni. Tale circostanza emergerebbe dalla richiesta di convalida del fermo presentata dalla Procura al giudice.

Vittima e presunto killer si conoscevano, «ma non hanno mai avuto una relazione e mesi fa lui aveva provato ad avvicinarsi a casa ed era stato mandato via», dice la madre della donna di cui si erano perse le tracce da sabato e il cui corpo è stato ritrovato dietro alcuni alberi, coperto di fango e foglie. La mamma di Francesca aggiunge: «Nessuno si permetta di infangare la memoria di mia figlia, che era una ragazza ben voluta da tutti». Francesca, che era affetta da un ritardo cognitivo, sarebbe stata uccisa già la sera della scomparsa. Sulla fronte aveva anche un segno profondo, l'assassino potrebbe averla colpita in testa con il suo stesso cellulare che è stato ritrovato in piazza, poco distante dal parco, ridotto in frantumi.

Pavarini, padre di un bambino di tre mesi, è accusato di omicidio volontario. Durante l'interrogatorio di convalida del fermo i contorni del delitto si sono lentamente definiti. Non appena l'insistente silenzio ha lasciato spazio al racconto dell'uomo. Nelle riprese di sicurezza lo si vedeva entrare in un bar verso le 22, presumibilmente poco dopo aver ucciso Francesca a calci e pugni. La felpa che indossava, immortalata pulita quando era con la donna ancora viva, appariva visibilmente sporca. Oltre che del sangue di lei appunto, del fango smosso per nasconderne frettolosamente il cadavere. Anche nel 2006 il corpo di Elena Lonati, che aveva 23 anni, era stato occultato dal suo assassino.

Sotto una scala della chiesa nel quartiere bresciano di Mompiano.

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