Francesco apre il Giubileo alle periferie del mondo

Nella Bolla papale attacco alla corruzione: «Un male che si annida nei gesti quotidiani»

Francesco apre il Giubileo alle periferie del mondo

Un Giubileo delle periferie, all'insegna della spending review, da celebrare non solo a Roma ma in tutte le chiese del mondo. Papa Francesco ha consegnato ieri, ai rappresentanti delle Chiese del cinque continenti, davanti alla Porta Santa della Basilica di San Pietro, la bolla d'indizione dell'Anno Santo della misericordia: un evento molto pastorale e poco spettacolare, molto diverso dal grande Giubileo del 2000 di Papa Wojtyla, sul quale vigilerà (dal punto di vista economico) anche il Cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l'Economia, il «superministero delle Finanze» tanto voluto da Francesco. Un Giubileo che punterà a radunare un numero straordinario di fedeli all'interno delle parrocchie, senza troppe spese per il Vaticano, impegnato ormai da quasi due anni nella riduzione e razionalizzazione dei costi. Nella bolla intitolata «Misericordiae vultus», Bergoglio spiega il senso e le novità di quest'Anno Santo, che si aprirà il prossimo 8 dicembre, festa dell'Immacolata Concezione per chiudersi poi il 20 novembre 2016. «Stabilisco», scrive il Papa nella bolla, «che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l'Anno Santo una uguale Porta della Misericordia. A scelta dell'Ordinario, essa potrà essere aperta anche nei Santuari, mete di tanti pellegrini». Una scelta che permetterà ai fedeli di compiere pellegrinaggi e quindi di attraversare «la porta» non per forza a Roma ma anche nelle chiese delle proprie diocesi, riducendo così drasticamente i costi e dando la possibilità anche ai più poveri di poter ricevere l'indulgenza. Altra novità di questo giubileo straordinario è la decisione del Papa di creare, per il periodo della Quaresima, la figura dei «missionari della misericordia», preti che potranno assolvere anche da quei peccati gravi (ad esempio la profanazione delle ostie consacrate o la violazione del segreto della confessione da parte dei sacerdoti) il cui perdono è affidato solo alla Santa Sede: «Ho l'intenzione di inviarli», scrive Bergoglio, «saranno sacerdoti a cui darò l'autorità di perdonare anche i peccati che sono riservati alla Sede Apostolica perché sia resa evidente l'ampiezza del loro mandato. Chiedo ai confratelli Vescovi di invitare e di accogliere questi missionari, perché siano anzitutto predicatori convincenti della misericordia».

Ma nella bolla scritta da Francesco c'è spazio anche per un forte richiamo proprio ai sacerdoti confessori, ai quali il Papa si è rivolto più volte negli ultimi anni, chiedendo di essere misericordiosi, non troppo duri ma nemmeno «di manica larga»: «Non mi stancherò mai di insistere perché i confessori siano un vero segno della misericordia del Padre», si legge nel documento di 13 pagine diffuso ieri, «Non ci si improvvisa confessori. Lo si diventa quando ci facciamo noi per primi penitenti in cerca di perdono». E poi, ancora una volta, un forte monito del Pontefice rivolto a criminali e corrotti, perché il Giubileo straordinario della misericordia possa cambiare i loro cuori: «Il mio invito alla conversione», scrive Francesco, «si rivolge con ancora più insistenza verso quelle persone che si trovano lontane dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita. Penso in modo particolare agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale, qualunque esso sia. Per il vostro bene, vi chiedo di cambiare vita. È sufficiente solo accogliere l'invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia».

Infine il Papa torna a parlare di dialogo interreligioso, con un esplicito riferimento all'Ebraismo e soprattutto all'Islam: «Questo Anno Giubilare vissuto nella misericordia», si legge, «possa favorire l'incontro con queste religioni, ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione».

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