La Francia dà lo sfratto alla Madonna

Via una statua dal terreno pubblico o 100 euro al giorno di multa

Francesco De Remigis

Cento euro al giorno per «permanenza illecita» su suolo pubblico. È questo il destino di una statua raffigurante la Madonna Vergine della cittadina francese di Publier; a meno che il comune non la tolga di mezzo in nome del rispetto della laicità. Lo ha deciso il tribunale amministrativo di Grenoble che ha ordinato al sindaco la rimozione immediata dell'opera o il trasferimento in un terreno privato. Possibile? Sì, se a fare ricorso contro la presenza di una statua in un parco pubblico è un'associazione vicina ai socialisti francesi, che a Publier non sono stati in grado neppure di esprimere un candidato capace di superare il primo turno. L'estrema destra lepenista parla di «una nuova tirannia». Ma «l'affronto» al codice francese della laicità ha radici lontane. L'affaire comincia nel 2011, quando viene pubblicata la cifra pagata per l'opera: 23.700 euro disposti dal comune di Publier (Alta Savoia). La Madonna, posta in un parco pubblico, reca da sempre la dicitura: «Notre-Dame-Léman veglia sui tuoi figli». Non insulti, né frasi di propaganda cristiana.

All'epoca, però, i socialisti parlarono di «indignazione», con il circolo dei Liberi Pensatori che denunciò un «torto alla laicità». Seguì lettera aperta indirizzata al sindaco di Publier, il piccolo comune ai bordi del lago Lemano. La statua è rimasta lì tutto questo tempo grazie all'escamotage trovato dal sindaco: vendere l'opera a un'associazione religiosa locale e cedere con apposita delibera la piccola zona recintata del parco pubblico che ospita la statua. Così da non poter più essere «accusato» di esporre simboli cattolici su suolo «francese». Ecco allora il nuovo assalto: illegittimo considerare i 36 metri quadrati di prato, dove siede la statua, come area privata. Resta suolo pubblico, dice l'associazione, che si è dunque rivolta al tribunale di Grenoble.

Il segretario dell'epoca del partito socialista dell'Alta Savoia, Claire Donzel, fu la prima ad insorgere nell'agosto del 2011, parlando ai media della delibera del comune per l'acquisto della statua con denaro pubblico. Poi arrivarono le critiche per il posizionamento nel parco cittadino. Il Ps locale parlò di un fatto «scioccante per qualsiasi francese, poiché costituisce uno strappo alla legge del 1905 della separazione tra lo Stato e la Chiesa». Dopo anni di tiramolla, a gennaio 2015 i giudici hanno dato ragione all'associazione anti-Madonna.

Il 24 novembre di quest'anno, il bis della giustizia amministrativa: «Togliere dal suolo pubblico la statua della Vergine che veglia». Potrebbe offendere le sensibilità di chi cattolico non è.

«Non sono sordo alle decisioni del tribunale si difende oggi il sindaco semplicemente non ho mai ricevuto in cinque anni un'ingiunzione da parte dei servizi preposti. Sono stato eletto come garante della laicità, dunque troveremo un terreno privato per la statua». Ha tre mesi di tempo per toglierla da lì o pagare 100 euro al giorno per farla continuare a «vegliare» sul paese.

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