Il fratello dell'assassino: "Non lascio Riccardo solo però paghi le sue colpe"

Commuovente post dello studente che ha visto sterminare i genitori: «Resterete nel mio cuore»

Il fratello dell'assassino: "Non lascio Riccardo solo però paghi le sue colpe"

Comprensibilmente non ha voglia di parlare con nessuno, tantomeno con giornalisti che hanno pronte domande squallide del tipo: «Cosa prova in questo momento?» oppure «Perdonerà suo fratello?».

Ma Alessandro Vincelli, il fratello maggiore di Riccardo, il 16enne che ha pianificato lo sterminio dei propri genitori, una frase riesce a dirla: «Non lascerò solo Riccardo, ma è giusto che paghi per le suo colpe».

Alessandro ha 25 anni e ha lo sguardo perso di chi oggi si trova intrappolato in un incubo che toglie il respiro. Alessandro studia all'università a Torino. È lì che i carabinieri l'hanno rintracciato per comunicargli la notizia. Prima per dirgli che «qualcuno» aveva ammazzato papà Salvatore e mamma Nunzia; poi per comunicargli che quel «qualcuno» era suo fratello Alessandro: il «piccolo» di casa che per anni era stato il suo amato compagno di giochi. Poi le loro strade si erano divise. Alessandro a Torino, in compagnia della sua grande passione: il cinema; Riccardo a Pontelagorino di Codigoro (Ferrara), un paese che di esagerato ha solo la lunghezza del nome.

I rapporti tra i due fratelli restano sempre sereni, anche se Riccardo forse cova un po' di invidia nei confronti di Alessandro che vive in una metropoli dove può compiutamente realizzare i suoi sogni.

Riccardo invece si sente «soffocato» da genitori che, forse, non mancano di fargli notare la differenza col fratello. Da una parte Alessandro: il figlio bravo che regala soddisfazioni; dall'altra parte Riccardo: il figlio problematico che regala grattacapi. L'Alfa e l'Omega in una famiglia dove i coniugi Vincelli incarnano il mito positivo della coppia onesta e laboriosa.

Una famiglia perbene, quella Vincelli. Per questo marito e moglie si impegnano al massimo per riportare sulla retta via anche quella testa un po' matta di Riccardo: vogliono, da genitori coscienziosi, che pure il figlio minore frequenti la scuola con profitto e non bazzichi brutte compagnie.

Peccato che Riccardo della scuola non ne voglia sapere; che non abbia progetti, se non quelli di farsi di spinelli e cocaina, e di avere sempre soldi facili in tasca. Il muro tra lui e i genitori si alza sempre di più. Ed è un muro di odio. Che la notte tra il 9 e il 10 gennaio è definitivamente crollato nella maniera più allucinante: il patto di sangue tra Alessandro e il suo alter ego Manuel, 17 anni, che accetta di trasformarsi in assassino in cambio di mille euro: la ricompensa promessagli da Riccardo se riuscirà ad eliminare «quei due» a colpi di ascia. Insieme organizzano e concretizzano l'orrore che cercheranno poi di coprire con un cumulo di bugie. Ma ai carabinieri basta fissarli negli occhi per capire la verità. I due confessano. Si accusano a vicenda. Manuel piange, Riccardo neppure questo. Resta gelido. Come quando al mare disse alla fidanzata: «Io a quei due li ammazzo». È stato di parola.

Ieri, sul suo profilo Facebook, Alessandro ha citato Riccardo in un post dolcissimo dedicato ai genitori: «Addio papà, addio Nunzia, avete sempre lavorato duramente e avete cercato di dare a Riccardo tutto quello che potevate dargli. Resterete nel mio cuore per sempre».

Sotto, il videoclip di una canzone del rapper statunitense Wiz Khalifa intitolata See you again. «Ci rivediamo».

Unica consolazione per chi, ogni giorno su questa terra, perde le persone che ama.

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