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Quella frattura tra Conte e i big del Pd che può far saltare tutto

Il premier nel mirino anche di alcuni "pezzi da novanta" del Partito democratico. Ma non molla la poltrona: "Nessuno si dimetterà al buio"

Quella frattura tra Conte e i big del Pd che può far saltare tutto

Le insidie sono sempre dietro l'angolo e adesso il fuoco inizia ad arrivare anche da quella parte che fino a poche ore fa si era detta pronta a fare le barricate per difendere il premier Giuseppe Conte. Ma evidentemente anche all'interno del Partito democratico hanno iniziato ad avere più di qualche perplessità non solo sulla figura dell'attuale presidente del Consiglio, ma soprattutto sul suo operato e sul suo modo di agire sia nell'ambito dell'emergenza Coronavirus sia in relazione alla crisi di governo minacciata a più riprese da Italia Viva. Dunque il problema non è solamente Matteo Renzi, che ormai da un mese tenta di mettere il bastone tra le ruote giallorosse per creare caos.

Saranno intenzioni reali o solo un modo per accaparrarsi qualche poltrona in più? Staremo a vedere. Ma il dato di fatto è che a insidiare l'avvocato adesso ci si è messo pure il Pd. E di certo non si tratta di una mini-rappresaglia anonima guidata da qualche senatore o parlamentare. Il quadro di queste settimane ha provocato una frattura sempre più evidente nell'esecutivo: nello specifico si stanno incrinando i rapporti tra Conte e alcuni "pezzi da novanta" del Partito democratico. Tuttavia da Palazzo Chigi, scrive Marco Antonellis su Italia Oggi, fanno sapere che "nessuno si dimetterà al buio".

Il nodo Recovery Fund

Infatti l'ipotesi più concreta è quella di una crisi pilotata, ma viene definita una strada impercorribile se non vi saranno garanzie ben precise da parte dei renziani e un accordo blindato. Comunque resta irrisolto il nodo del Recovery Fund. Il premier ha stilato una scaletta chiara: incontri informali con i partiti che lo sostengono, poi con tutta la maggioranza e infine - possibilmente entro il prossimo fine settimana - il Consiglio dei Ministri per l'esame definitivo del Recovery Plan. L'avvocato però ha messo subito le mani avanti: per evitare spifferate alla stampa con allegate polemiche di turno, prima del Cdm nessuna forza politica potrà vedere la stesura definitiva del piano ma saranno consultabili solamente bozze provvisorie. Per il documento finale bisognerà attendere.

Apriti cielo. Italia Viva non perde l'occasione per rilanciare le polemiche e tuonare duramente contro i giallorossi, sostenendo l'esistenza di un "subgoverno a trazione Pd" e che alla fine i soliti "fortunati" riusciranno a visionare il testo prima di tutti gli altri. Nelle ultime ore Iv ha espresso forte irritazione dopo aver appreso la notizia di una riunione tra Andrea Orlando (vicesegretario del Pd) e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Indiscrezioni confermate che, riferiscono i renziani, "parrebbero confermare quello che lo stesso partito di Matteo Renzi ha più volte stigmatizzato: una maggioranza nella maggioranza".

Teresa Bellanova si sarebbe detta "sconcertata e irritata per un metodo molto poco istituzionale e per nulla teso a quella pari dignità politica più volte sollecitata". Ancor più infastidita "da voci abilmente diffuse di una convocazione di Italia Viva alla riunione di ieri, convocazione mai arrivata". Questa mattina il ministro delle Politiche agricole, intervenuto ai microfoni di Radio 24, ha colto la palla al balzo per avvertire nuovamente Conte: "Dobbiamo affrontare le emergenze vere di questo Paese, che non è la sorte di alcuni ministri né del presidente del Consiglio. Tutti importanti ma meno importanti delle sorti del Paese". Infine l'ennesima frecciatina per scaricare sul premier tutte le responsabilità della gestione di questa frenetica situazione: "Conte deve decidere se siamo utili e dare risposte sui temi che abbiamo posto. Per me il problema non è se c'è questo ministro o quell'altro, se Conte fa il presidente del Consiglio o meno".

Intanto si continua a parlare di un "rimpastino", con cinque ministri che traballano e che presto potrebbero essere sostituiti nello scacchiere giallorosso.

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