Frigogate colpa di Ama: non ritira rifiuti pesanti e lascia il «lavoro» ai rom

Le organizzazioni criminali mandano operai stranieri con i camioncini in giro per Roma

Frigogate colpa di Ama: non ritira rifiuti pesanti e lascia il «lavoro» ai rom

È appiccicata al cassonetto la risposta al giallo del Frigogate. Ci spiega tutto il simpatico Florian, titolare (forse) del numero di cellulare della pecetta affissa in bella vista. «No, Ama nun c'è. Te devi sbarassà di frigo, lavatrisce? Fascio tuto io, se vuoi porto amico!». «Si vabbè, ma quanto mi costate te e l'amico?». «Fascio presso speciale, porto tutto a Malagrotta, nun se può fà, però lo fasciamo. Dai, scento euro». «Si, ma con la ricevuta di smaltimento!». «E che è?». Alla faccia della Romania.

La risposta al Frigogate è appiccicata al cassonetto, dicevamo. E Roma - in questi giorni in cui l'Ama non ritira oggetti pesanti (e dove le discariche nascono così, in maniera spontanea) - brulica di risposte. Ci sono quelli che svuotano tutto o semplicemente si vengono a prendere la lavatrice o il tv a tubo catodico, quello che pesava 30 chili. Ma, anche se nell'adesivo si legge sempre il nome italiano, di solito parli con lo straniero. Dai e dai, alla fine risponde uno di noi, l'ideale per piazzare a buon prezzo l'elettrodomestico bianco. In effetti Davide ci viene incontro. «Ma 'ndo abiti? Allo sprofondo?». «Selva Candida, Casalotti, dove la sindaca Raggi vuol fare la funivia». «Ok, frigo e lavatrice? Famo novanta e nun se ne parli più». Ecco, non parliamone più. Proviamo con l'anziano Filippo, uno che di smaltimento illegale se ne intende, il suo è tra gli annunci più presenti in zona collina Fleming, zona di lusso quella. Chiamo: «Pronto, ho letto l'annuncio vorrei sbarazzarmi della lavastoviglie, so che l'Ama non raccoglie, quanto mi serve?». «Che te devo dì? Per meno de 100 euro nun me muovo, scusa sai, ma nun me conviene, c'ho il romeno a carico....». Morale? Se il servizio di raccolta dell'Ama è interrotto in attesa di nuovo appalto (e potrebbe non riprendere prima di gennaio) e non ce la fai a caricarti sessanta chili di lavastoviglie fino all'«isola ecologica» ti tocca pagare, quando invece l'Ama lo faceva gratis. Tra l'altro, le isole ecologiche e i centri di raccolta sono solo 13 e stanno tutte piuttosto decentrate. Alcuni in posti improbabili come Mostacciano, Acilia, La Storta e Lido di Ostia.

Problema atavico quello della monnezza romana. Quegli adesivi sembrano di tanti e diversi padroncini, in realtà si tratta di organizzazioni criminali composte da poche realtà che mandano sul territorio operai stranieri con i loro camion sgangherati che girano per le periferie. Sembra di essere tornati ai tempi di «Cesaretto», l'ambulante col riporto di Brutti, sporchi e cattivi, il capolavoro che Scola girò nel 1976. Il traslocatore si ritrova così il camion zeppo di mobili, vecchi elettrodomestici, materassi, reti. Può andare in discarica? Certo che no: non esiste, non è neppure un'azienda. E allora, una parte del materiale finisce nei campi rom, serve per edificare case, baracche e bidonville. Una parte finisce nei mercati della mondezza e del rubato. Ma il grosso viene smaltito per strada e con nonchalance. Senza dare troppo nell'occhio, nottetempo il camion scarica una poltrona, poi riparte e gira l'angolo e butta un pezzo di cucina. Poi nell'altra strada un pianoforte, un frigorifero, un divano e due materassi. E scappa via.

Sulla questione dei rifiuti ingombranti ha parlato anche l'ex dg di Ama Alessandro Filippi in audizione in

commissione Ecomafie: «Sui rifiuti ingombranti c'era una gara preesistente, io spinsi per una nuova gara, sempre nella logica del superamento della dipendenza di Ama. Non so dire perché a quella gara non partecipò nessuno».

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