Cristina Bassi
Milano Tutto è esploso quando Chiara e Riccardo erano ancora a letto. L'appartamento in cui abitavano non esiste più. Il disastro ha travolto anche la casa della famiglia che viveva accanto. Il bilancio è di tre morti, tre feriti gravi e altri sei feriti meno gravi. La condizione più preoccupante è quella di due bambine di 7 e 11 anni. Ustionate, sono in prognosi riservata anche se non sono in pericolo di vita. Feriti anche una donna incinta e tre poliziotti, arrivati in soccorso.
Mancano pochi minuti alle 9 di ieri mattina. In una palazzina di quattro piani in via Brioschi 65, non lontano dai Navigli. Il boato si sente a chilometri di distanza. Si alzano fumo e polvere. La causa dell'esplosione, che ha sventrato i due appartamenti al terzo piano, è una fuga di gas partita dall'abitazione della coppia di giovani. Non è chiaro quale sia stata la «scintilla» che ha fatto deflagrare la casa ormai satura: «Qualcosa di meccanico, un incidente molto banale», azzardano gli inquirenti. In serata la prima ricostruzione: molto probabilmente la fuga letale ha avuto origine dai fornelli della cucina dei due ragazzi. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia, i carabinieri, la polizia locale e il 118.
Il pm di turno Elio Ramondini ha aperto un'inchiesta contro ignoti per disastro colposo. Le indagini sono in corso, ma l'ipotesi di un gesto volontario è stata subito esclusa. Le vittime sono Riccardo Maglianesi, studente fuori sede, e la fidanzata Chiara Magnamassa. Entrambi sono originari di Macerata. Sotto le macerie è morta anche Micaela Masella, 43 anni, direttrice relazioni esterne al teatro Carcano. Il marito Giuseppe Pellicanò, 51 anni, e le loro due bambine sono ricoverati in ospedale.
Gli abitanti delle tre palazzine che si affacciano sullo stesso cortile si sono precipitati in strada. Sono rimasti per ore in vestaglia o in ciabatte, neppure gli effetti personali, assistiti dalla Protezione civile che ha distribuito acqua e biscotti. Gli appartamenti inagibili sono almeno quindici, ma le verifiche di sicurezza sono state fatte anche sugli edifici vicini, che sono stati evacuati. In tutto le persone fuori casa sono una quarantina. «Stavo facendo colazione con uno dei miei bambini - racconta Andrea Polo, il pigiama che spunta dal maglione a righe -, abitiamo al terzo piano della palazzina accanto a quella dell'incidente. C'è stato un boato mai sentito prima, le finestre si sono spalancate. Ho preso mio figlio e siamo scappati fuori. Mia moglie era uscita da una decina di minuti con l'altro nostro bambino. Dice che aveva sentito puzza di gas nel palazzo». Il comandante della polizia locale Antonio Barbato comunque spiega che «nei giorni precedenti non c'erano stati allarmi o segnalazioni di guasti».
«Ho subito pensato a un attentato - dice un'altra inquilina, ancora scioccata -. C'è stata un'onda d'urto spaventosa». Qualcuno chiama al cellulare un parente che non risponde. Per ore i vigili del fuoco scavano tra le macerie, con l'aiuto di cani, mentre gli altri operatori fanno l'appello per rintracciare tutti gli abitanti. Sono attimi di panico. Andrea Gibella, che abita nella via, è stato tra i primi ad arrivare sul posto. «Ero al bar all'angolo - ricorda - ho sentito l'esplosione e sono corso lì. Ho visto una delle due bambine che camminava al suo piano smarrita e sono salito per portarla in strada. Mi stai salvando?, mi ha chiesto. Io ho risposto: Sì, gioia, ti sto salvando. Era molto spaventata, ma cosciente e mi stringeva forte. L'ho lasciata all'ambulanza. Poi sono risalito e con un altro vicino ho scavato».
Sul posto sono arrivati anche gli assessori comunali ai Lavori pubblici e alla Sicurezza, Carmela Rozza e Marco Granelli: «L'esplosione è stata
importantissima - ha dichiarato Rozza -. Abbiamo messo a disposizione venti appartamenti per le famiglie sfollate». Il sindaco Giuliano Pisapia ha annunciato che nel giorno dei funerali delle vittime sarà proclamato il lutto cittadino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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