Fulmini, vento e frane uccidono 4 persone

Il Nord flagellato da maltempo e nubifragi: alberi abbattuti e tetti scoperchiati

Diana Alfieri

Il tropico è in Italia, come se l'equatore avesse cambiato latitudine. Giorni di solleone africano, afa, terre schiantate da un sole torrido, temperature degne di un deserto ed ecco poi l'acqua. Invocata, agognata, «salvifica». Invece no. Quest'anno, quando arriva, non è più solo pioggia, non è un banale temporale. Piombano tornado, bombe d'acqua, bufere. Improvvise, violente, «assassine» come il sole che si riaffaccia qualche minuto dopo e che torna a scottare, quasi sprezzante, sul disastro.

Ieri nel Nord Italia si contano almeno quattro morti, probabile che il bilancio finale sia più pesante.

Un abete è caduto per un violento temporale sulle tende del raduno europeo delle «Famiglie Arcobaleno», un gruppo di naturisti che si era dato appuntamento in Val Tramontina (Friuli), uccidendo un quarantenne belga; un altro albero, sradicato dal vento, si è abbattuto su una sagra a Marziai, nel Bellunese, ammazzando un' altra persona seduta sotto la tenda di un bar. Un escursionista emiliano è stato ucciso da un fulmine sulla ferrata della Marmolada (ferita la compagna) mentre una barca con due persone a bordo si è capovolta nel Garda: una sola si è salvata. E consideriamo vittima di quest'estate pazza anche la ragazza ventiquattrenne che, sempre ieri pomeriggio, è caduta lungo il sentiero tra il rifugio Maria e Franco e il Lissone, nel Bresciano. La giovane, arrivata da Roma, era con il fidanzato e i due stavano attraversando la zona del Passo Ignaga quando, nel mezzo di un violento temporale, è scivolata sul sentiero bagnato, precipitando per diversi metri. L'elisoccorso ha dovuto aspettare che le condizioni meteo migliorassero per riuscire ad avvicinarsi. Era troppo tardi.

Milano, ieri mattina, per una ventina di minuti si è allagata, un po' di sollievo e qualche danno prima di tornare repentinamente all'afa che scioglie il cemento. In Alto Adige, invece, è emergenza. Particolarmente interessata l'Alta Val Pusteria con temporali e grandinate di forte intensità che hanno provocato smottamenti ed esondazioni. I danni principali si sono registrati a Braies e Dobbiaco, dove ieri si sono recati per un sopralluogo l'assessore della Provincia di Bolzano Arnold Schuler, il direttore della Protezione civile Rudolf Pollinger e il presidente dell'associazione provinciale dei vigili del fuoco, Wolfram Gapp. «La priorità - ha sottolineato Schuler - è quella di rimettere in sesto zone e strutture che hanno subito i maggiori danni, e fare in modo che il ritorno alla normalità sia il più rapido possibile». Un centro di accoglienza d'emergenza è stato allestito presso la casa delle associazioni di Braies. E proprio a Braies c'è la situazione più delicata: in località Ferrara (Schmieden) sono caduti in pochissimo tempo oltre 100 millimetri di pioggia, provocando l'esondazione del Rio Braies.

Ma il caldo non è finito.

«Questi - ripetono i meteorologi sono stati i giorni di agosto più caldi di sempre, con il termometro che ha toccato e superato ripetutamente il tetto dei 40 gradi». Lucifero non abbandonerà la nostra Penisola prima dell'ultima parte di questa settimana.

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