"Fumogeni tricolori nel cratere". Adesso Napoli blinda il Vesuvio

Città in tilt per la (probabile) festa scudetto di domani. Chiuso il parco del vulcano dopo le minacce dei tifosi

"Fumogeni tricolori nel cratere". Adesso Napoli blinda il Vesuvio

Una città sotto ipnosi, un vulcano sotto attacco. La Napoli (sostantivo femminile) che si prepara a festeggiare il Napoli (sostantivo maschile) per il suo terzo, certo, certissimo scudetto, il primo senza Maradona ma dentro il Maradona, non sta più nella pelle. E se gli altri campionati vinti, nel 1987 e nel 1990, erano stati festeggiati tra improvvisazione e «pazzaria», quest'anno la squadra del pochissimo amato De Laurentiis ha acciso il campionato trasformando il trionfo finale in un traguardo incerto solo per il quando e non per il se. Potrebbe essere domani, altrimenti sarà per mercoledì o per il giovedì e a Napoli non si dispereranno.

Ma certo, sarebbe meglio che tutto avvenisse domani, domenica, giorno prefestivo (l'indomani è il 1° maggio), un ponte da sfruttare per colorare d'azzurro la città e tirar su anche qualche quattrino: la Confesercenti ha calcolato che lo scudetto fatturerà 18 milioni di euro, considerando i vari fine settimana da qui alla fine del campionato. Va detto che normalmente le feste-scudetto scorrono senza grandi problemi di ordine pubblico. Ma il rischio che qualcuno decida di eccedere è concreto. Alcuni gruppi di tifosi hanno annunciato l'intenzione di organizzare un'esplosione del Vesuvio scalando il vulcano fino al cratere e qui accendendo fumogeni tricolori. Un progetto chiaramente idiota, che l'ente Parco nazionale del Vesuvio ha preso comunque abbastanza sul serio da disporre, in coordinazione con la prefettura e la questura, «un massiccio presidio e la chiusura delle aree di accesso al cratere» per evitare un'invasione che «porterebbe a inevitabili episodi di degrado». Va detto che nel 1987 un gruppo di supporter riuscì effettivamente a scalare il Vesuvio per colorarlo di verde-bianco-rosso in occasione della partita decisiva del 10 maggio in quello che allora si chiamava San Paolo. Solo che 36 anni fa non esistevano ancora l'Ente parco e i vincoli attuali.

Così sperabilmente sarà solo la città a eruttare felicità. Il piano è pronto. Il Comune ha disposto la pedonalizzazione di una larga parte della città che va da Fuorigrotta al centro storico dalle 12 di domani alle 4 di lunedì. «Si è cercato - ha detto il sindaco, Gaetano Manfredi - di creare un dispositivo che consentisse alle persone di divertirsi in libertà ma anche in sicurezza. Pedonalizzare parte del centro è un modo per garantire a tutti di potersi muovere in facilità, per evitare scorribande e avere una mobilità più dolce per festeggiare tutti insieme». Ma il piano non convince Confcommercio, che chiede una deroga per gli addetti ai ristoranti e agli alberghi per «far funzionare i pubblici esercizi in una giornata straordinaria per tutti». Saranno presidiati 37 monumenti del centro cittadino per evitare vandalismi e saranno tenute sotto stretto controllo le zone tradizionali dei festeggiamenti (invero piuttosto rari) a Napoli: piazza del Plebiscito, i Quartieri Spagnoli, piazza Trieste e Trento con la fontana del Carciofo.

Va detto che i napoletani sono vulcanici ma civili e che di solito prediligono l'ironia e il colpo di genio all'aggressività. Ieri il centravanti Victor Osimhen ha ricevuto ieri una maschera con il tricolore da un negozio di ortopedia, mentre un'artista ha creato Pulcimhen, mezzo maschera e mezzo bomber. Napoli è questa. Ma con centinaia di migliaia di persone in giro per la città qualche preoccupazione c'è se è vero che l'Asl Napoli 1 ha predisposto un piano sanitario che prevede, dalle 12 di oggi fino alle 6 di lunedì lo stato d'allerta in tutti i pronto soccorso cittadini, incremento del personale negli ospedali, 12 punti di primo soccorso con un medico e quattro infermieri, 40 ambulanze, 10 tra moto e golf car mediche.

E tra i napoletani, che sono scaramantici e amanti del paradosso, qualcuno pensa: stai a vedere che quando nel 1987 e nel 1990 i festeggiamenti furono spontanei tutto filò liscio e ora che Napoli si attrezza come fosse una guerra, invece...

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