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Quel sogno di pace anche nella festa pop

Quel sogno di pace anche nella festa pop

L'Eurovision a Tel Aviv è finito. Si smonta, e come sia andata la gara tutto il mondo lo sa. Ma è stato un evento astratto, simbolico, mentre paradossalente fungeva da bandiera del desiderio appassionato di normalità di Israele. Per capirne l'importanza non si può fare a meno di vedere il video in cui un attempato Roger Waters, cantante antisemita professo che ha fatto volare su un suo show dei maiali con la stella di David, appare sgangheratamente infuriato, mentre urla di rabbia perchè il BDS non ha funzionato. Waters cerca di svegliare la folla al fatto che Israele è come «un alieno» piombato a disturbare l'ordine mondiale. Teorie simili le esprimeva Hitler, oggi le esprimono l'Iran e Hamas. E mi domando se qualcuno si chiede, dopo aver visto l'entusiasta sorriso che ha dominato tutta l'Eurovisione sia da parte israeliana che degli ospiti come sia possibile gestire un evento in cui il compito principale è proprio abbracciare e farsi abbracciare mentre tuttavia si deve, con una mano, difendere, ammonire, arginare, disincentivare l'aggressività del nemico e garantire che Israeli rappresenti il grande sogno di pace e di moralità di Israele, lo Stato degli ebrei, porci con le ali per Waters e tanti altri antisemiti nel mondo. Le bandierine palestinesi di Madonna e del gruppo islandese sado maso non sono nulla: Israele ha vinto la sfida. Israele, che abituata da mille aggressioni violente e decine di migliaia di feriti, integra con pazienza e amore senza pari tutti quelli che sono un po' o molto diversi. Lo fa persino nell'esercito. Lo fa quando accoglie negli ospedali tutti quelli che ne hanno bisogno, compresi i palestinesi e i siriani, diventando rifugio per tutto il Medio Oriente delle persone LGTB. Ha sfidato il senso comune l'hanno scorso, e poi l'ha ripresentata in grande al pubblico quest'anno, Netta Barzilai che ha spaventato facendo gli occhiacci e il verso della gallina al pubblico mondiale con «I am not your toy», che ha vinto. Alleluya è un'altra canzone israeliana di tutti, che ha vinto l'Eurovisione. Israele ha mostrato a tutti quanto è bella e di cosa è capace quanto a anticonformismo e vitalità.

Questo stato nazione, scandalo! Sempre in guerra anche se per difendersi, doppio scandalo! È pieno di amore: non è una cosa che si inventa in un giorno, ci vogliono tremila anni di storia ebraica, in cui il monoteismo si trasforma in senso morale, e il senso morale in democrazia, e la democrazia, e finalmente nel senso di allegro di chi è tornato a casa.

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