La furia di Mattarella sul Csm: "Sconcertante e inaccettabile"

Il capo dello Stato sul "mercato delle nomine": "Bisogna voltare pagina". E apre alla riforma della giustizia

La furia di Mattarella sul Csm: "Sconcertante e inaccettabile"

Furioso, «preoccupato», anche parecchio disgustato, Sergio Mattarella batte forte il pugno sul tavolo circolare del Csm. «Basta, ora bisogna voltare pagina». E bisogna farlo presto, subito, anzi «oggi». Complotti, «manovre», spie, ricatti, colpi bassi, magistrati che tramano e politici che «millantano influenze», insomma «un caos sconcertante» con tanto di veleni e macchinazioni che volevano colpire il Colle.

È successo di tutto a Palazzo de Marescialli, dice il capo dello Stato, forse succede ancora e adesso il rischio è che, con la fiducia dei cittadini, venga giù il sistema intero. Servono «trasparenza», autocritica è un notevole lavoro di ricostruzione. E serve una pure una profonda riforma del Consiglio e della giustizia. Su questo punto pure Matteo Salvini sembra d'accordo. «Cambiare i criteri di elezione e di rappresentanza, la logica delle correnti, i poteri di nomina. Va cambiato tutto, non solo gli uomini o le maggioranze interne».

Il plenum si riunisce alle nove del mattino per sostituire i primi membri dimissionari. Due della corrente di Davigo, Giuseppe Marra e Ilaria Pepe, prendono il posto di due di Mi, Gianluca Morlini e Corrado Cartoni, finiti nell'inchiesta di Perugia. Ma il fatto del giorno è l'intervento durissimo di Mattarella. Non è giorno di diplomazia, i toni felpati sono rimasti al Quirinale e il presidente stavolta non fa giri di parole per descrivere il verminaio del Csm. «Il coacervo di manovre nascoste - dice - di tentativi di screditare altri magistrati, di millantata influenza, di pretesa di orientare inchieste e condizionare gli eventi, di convinzione di poter manovrare il Consiglio, di indebita partecipazione di esponenti di un diverso potere dello Stato, si manifesta in totale contrapposizione con i doveri basilari dell'ordine giudiziario e con quel che i cittadini si attendono dalla magistratura». E ancora. «Quanto avvenuto ha prodotto conseguenze gravemente negative per il prestigio e per l'autorevolezza non soltanto di questo Consiglio ma dell'intero ordine giudiziario; la cui credibilità e la cui capacità di riscuotere fiducia sono indispensabili al sistema costituzionale e alla vita della Repubblica».

Dunque, «un quadro sconcertante e inaccettabile». L'organo di autogoverno dei giudici è malato grave, però «ha gli anticorpi» per guarire. In questi giorni, spiega il capo dello Stato, Palazzo de Marescialli si è mosso bene, «ha avuto una risposta pronta e chiara», però non basta. «Tutta l'attività del Consiglio, ogni sua decisione sarà guardata con grande attenzione critica e forse con qualche pregiudiziale diffidenza. Non può sorprendere che sia così». Insomma, cari membri del Csm, ricordatevi che siete sotto stretta osservazione. C'è infatti «l'esigenza di assoluta trasparenza e di rispetto rigoroso delle regole stabilite nelle procedure e nelle deliberazioni». È l'ultimo appello, altre scorrettezze non saranno consentite.

Vale pure la politica. «La Costituzione prescrive che le responsabilità pubbliche siano esercitate con disciplina e onore, con autentico disinteresse personale». Poi, «autonomia e indipendenza della magistratura sono principi basilari della Repubblica». Ce la farà il Csm a ripulirsi e riformarsi? Mattarella forse ha qualche dubbio: «Decisivi saranno i comportamenti».

Intanto il Parlamento potrebbe svegliarsi e preparare quella riforma della giustizia di cui si parla da mezzo secolo, varando «modifiche normative opportune e necessarie in conformità con la Carta». Ma fate presto, il presidente «non può fare proposte» ma seguirà «con attenzione».

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