New York. Ricostruzione post-covid e vaccini: sono questi i temi centrali del vertice dei leader del G7 che ha preso il via ieri a Carbis Bay, in Cornovaglia. Il premier britannico Boris Johnson ha aperto la tre giorni di lavori del primo summit in presenza dallo scoppio del virus affermando che si tratta di un'occasione «enorme» per accelerare l'uscita dei rispettivi paesi e del mondo «dalla miseria della pandemia». «Dobbiamo trarre lezione dall'emergenza e assicurare che alcuni degli errori che abbiamo senza dubbio commesso durante gli ultimi 18 mesi non si ripetano», ha spiegato il premier britannico. Quanto al futuro, bisogna puntare ad una ripresa in cui ci sia più equità, per «ricostruire in meglio» lo scenario economico globale: «Abbiamo un'enorme opportunità per farlo in questo G7», ha ribadito. Non a caso lo slogan del vertice è proprio «Building back better». La prima sessione di lavoro - introdotta dal premier Mario Draghi - è stata dedicata in particolare all'economia e alla giustizia sociale sotto il titolo «Ricostruire in meglio: una ripresa per tutti», cui seguiranno oggi sessioni incentrate sulla flessibilità, sulla politica estera, su sanità e vaccini, e domenica sulla società aperta e sul clima. La Casa Bianca ha fatto sapere che lo scopo e l'anima di questo G7 è «mostrare che le democrazie possono portare risultati di fronte alle grandi sfide del mondo», mentre il presidente Usa Joe Biden si è impegnato a «rafforzare l'impegno americano al multilateralismo e a lavorare con i nostri alleati e partner per costruire un'economia globale più giusta e inclusiva». «Ieri ho annunciato che gli Stati Uniti doneranno 500 milioni di vaccini Pfizer per aiutare i paesi che ne hanno bisogno - ha scritto su Twitter - In questo momento i nostri valori ci dicono che dobbiamo fare tutto il possibile per vaccinare il mondo contro il covid».
E su questo fronte alla vigilia del G7 è stata annunciata la donazione di un miliardo di dosi alle nazioni meno ricche del pianeta fra quest'anno e la prima metà del 2022: oltre al mezzo miliardo messe sul piatto dagli Usa (come una sorta di «arsenale» per sconfiggere la pandemia e «senza richiesta di contropartite», ha promesso Biden), ci sono 100 milioni di dosi dal Regno Unito e altri 400 milioni fra Italia, Giappone, Canada, Germania, Francia e Ue. «L'Unione vuole garantire che il mondo sia vaccinato il più velocemente possibile. Solo insieme possiamo farlo, sostenendo i nostri valori», ha scritto su Twitter a margine del summit il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sottolineando che «il multilateralismo è tornato al G7». Mentre la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha affermato che «oggi gli occhi del mondo sono puntati sulla Cornovaglia. Ripresa globale, salute, clima, sviluppo, sicurezza: abbiamo tre giorni per riunirci e portare il cambiamento che le persone si aspettano». Biden e gli altri leader - come ha confermato la Casa Bianca - daranno poi il loro via libera alla «global minimum tax» di almeno il 15% sulle grandi aziende, ratificando l'accordo già raggiunto in sede di G7 dei ministri finanziari. Rimangono però le distanze tra Londra e Bruxelles, dopo che nel giorno di apertura del G7 il governo britannico ha rilanciato la polemica con l'Ue sull'attuazione del protocollo sull'Irlanda del Nord allegato all'accordo post-Brexit.
«L'integrità del Regno Unito non è negoziabile», ha detto il ministro degli Esteri, Dominic Raab, a proposito del legame fra Londra e Belfast, aggiungendo che è l'Ue dover assumere un atteggiamento più flessibile sull'attuazione del protocollo per risolvere la questione. «Noi non negoziamo sull'integrità del Regno Unito, che si tratti di quella territoriale, costituzionale o economica - ha precisato - questa materia non è sul tavolo».
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