I leader del G7 ribadiscono ancora una volta il loro appoggio a Kiev nel corso del vertice in Germania, mentre il presidente ucraino Volodymir Zelensky chiede sostegno su armi, sicurezza, esportazioni di grano, sanzioni e ricostruzione. «Continueremo a garantire supporto finanziario, umanitario, militare, diplomatico e staremo al fianco di Kiev finché sarà necessario», affermano i G7 nel comunicato finale, assicurando che proseguiranno nel coordinamento «per provvedere a materiale, training, logistica, intelligence e supporto economico per istruire le forze armate ucraine».
La Casa Bianca, da parte sua, annuncia che gli Stati Uniti invieranno «sistemi di difesa avanzati» in un nuovo pacchetto di aiuti militari. «Posso confermare che siamo in procinto di finalizzare un pacchetto che includerà sistemi di difesa aerea a lungo e medio raggio e munizioni di artiglieria», ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan dopo che alcune fonti avevano rivelato il piano degli Usa di inviare a Kiev i sofisticati missili antiaerei Nasams: un sistema modulare trasportabile che colpisce a 150 km di distanza. Nel comunicato finale del vertice, i leader hanno ribadito «la richiesta che Mosca ponga fine alla guerra e cessino immediatamente e incondizionatamente tutte le ostilità, che vengano ritirate le sue truppe e l'equipaggiamento militare dall'intero territorio dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti». Hanno poi domandato a Mosca di «consentire il libero passaggio del trasporto agricolo dai porti ucraini nel Mar Nero», e per quanto riguarda la ricostruzione del Paese «esploreremo anche l'opzione dell'utilizzo dei beni russi congelati, nel rispetto delle nostre leggi nazionali». Sul fronte sanzioni, invece, i leader di dicono «inflessibili nell'impegno verso misure coordinate e senza precedenti in risposta all'aggressione russa e ad aumentare la pressione sul regime di Vladimir Putin e i suoi complici in Bielorussia». La determinazione è a «ridurre le entrate di Mosca, comprese quelle provenienti dall'oro»: «Continueremo il nostro uso mirato di sanzioni coordinate per tutto il tempo necessario, agendo all'unisono in ogni fase». La Casa Bianca ha fatto sapere che sono in arrivo dai G7 nuove misure restrittive mirate al settore della difesa russo che colpirebbero fra l'altro la produzione di armi e la catena di distribuzione.
Inoltre, si sta andando avanti sul piano per imporre un «price cap» non solo al petrolio russo, ma anche al gas e a tutti gli idrocarburi. A farsi alfiere della linea dura contro Mosca fra i leader riuniti a Elmau è il premier britannico Boris Johnson: «Ciò che mi ha colpito in questi due giorni è la nostra straordinaria determinazione ad andare avanti uniti, al momento non c'è un accordo di pace che Zelensky possa firmare, quindi nelle circostanze attuali i G7 devono continuare a sostenere l'Ucraina». «Non è il momento di negoziare», ha confermato il presidente ucraino in videoconferenza, chiedendo di «limitare il prezzo del petrolio» russo ed esortando i leader del G7 a «fare tutto il possibile» per porre fine alla guerra nel suo Paese entro la fine dell'anno e intensificare le sanzioni contro Mosca. Il premier Mario Draghi, da parte sua, ha riaffermato che «siamo uniti con l'Ucraina, perché se l'Ucraina perde tutte le democrazie perdono, e sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace». Ribadendo poi che «dobbiamo continuare a lavorare su come imporre un tetto al prezzo del gas».
Nel frattempo Putin ha accettato l'invito a partecipare al summit del G20 in programma in Indonesia a novembre.
Come ha spiegato il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov, il leader del Cremlino ha ricevuto un invito dal suo omologo indonesiano Joko Widodo a prendere parte al vertice a Bali il 15 e 16 novembre, e «abbiamo confermato che la nostra partecipazione è nei piani».
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