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Il gas nel Mediterraneo è una cassaforte: "Ma i confini del mare devono essere giusti"

Baroudi: «I venti di guerra vanno spenti». E presenta il suo nuovo libro

Il gas nel Mediterraneo è una cassaforte: "Ma i confini del mare devono essere giusti"

La ricchezza dei principali giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale ha il potenziale per alleviare i vincoli economici da altri Paesi. Questo consentirebbe di fornire un cuscinetto contro la dipendenza dagli aiuti esteri e stabilire un futuro finanziario più stabile, ma non abbiamo molto tempo. La diminuzione della domanda ed il relativo calo dei prezzi dovuto alla transizione alle energie rinnovabili, uniti allo shock di mercato dovuto alla pandemia di coronavirus, aggiungono rischi a lungo termine.

La controversia sui confini marittimi e sulle zone economiche esclusive continua senza sosta tra alcuni paesi del Mediterraneo orientale. Questi fattori inducono gli investitori a rivalutare l'impiego di capitali per sviluppare sistemi di sfruttamento delle risorse dovuti al costo opportunità influenzato dal calo della domanda nel tempo. Tuttavia, secondo il Dr. Baroudi, ceo di Energy & Enviroment Holding a Doha, esistono una serie di azioni risolutive. Al recente quinto vertice del mondo arabo dell'Unione europea, che si è tenuto virtualmente, il dottor Baroudi ha dichiarato: «Abbiamo sia i meccanismi legali che le tecnologie di mappatura ad alta precisione per tracciare confini giusti ed equi in mare. Ciò significa che i paesi della regione mediterranea possono risolvere amichevolmente le loro divergenze, mettendo da parte i moti di guerra costosi e autolesionisti».

Questo messaggio è stato nuovamente esposto nel lancio del libro i della Transatlantic Leadership Network: Maritime Dispute in the Eastern Mediterranean: The Way Forward del Dr Baroudi.

Oltre a Baroudi, l'evento ha visto la partecipazione di: Sasha Toperich e Debra Cagan, entrambi del Transatlantic Leadership Network; John Allen, presidente della Brookings Institution; Doug Hengel e Andrew Novo, accademici rispettivamente della Johns Hopkins University SAIS e della National Defense University; e Yelba Quinn della Brookings Institution Press.

Jhon Allen, Presidente del Brookings Institution, avendo un passato come Generale del corpo dei Marines, ha osservato che il Mar Mediterraneo è stato nella storia una culla culturale ma anche un teatro di competizione e conflitto continuo. Ha quindi ribadito l'impatto positivo propositivo che la pubblicazione del dottor Baroudi può avere sulla comprensione della situazione. Allen afferma che nel tempo il tema delle controversie nel Mediterraneo Orientale diventeranno sempre di più un tema di importanza globale. Le soluzioni non possono essere raggiunte mediante un radicamento politico, ma attraverso un dialogo inclusivo e un approccio pragmatico e centrato sul commercio.

Baroudi ha concluso: «Non c'è controversia che non possa essere risolta da persone perbene che cercano un futuro migliore. Ho cercato di inquadrare le questioni in gioco in un modo che oltrepassi i confini e si elevi al di sopra delle rivalità tradizionali, facendo appello a gruppi e individui con preoccupazioni e prospettive diverse».

Maritime Dispute in the Eastern Mediterranean: The Way Forward è ora disponibile in inglese, francese e greco, e sarà disponibile in arabo.

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