Gaza City, strage nella scuola-rifugio

Raid Idf: 21 morti. La proposta di Trump ad Hamas: "Ostaggi liberi e stop alla guerra"

Gaza City, strage nella scuola-rifugio
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Un nuovo raid di Israele su una tenda e una scuola rifugio, almeno 21 i palestinesi uccisi, mentre continua l'esodo dei civili. In 100mila hanno lasciato Gaza City, mentre l'Idf annuncia di aver colpito il grattacielo Al-Ruya, del quale aveva ordinato l'evacuazione. Ma anche il fronte interno è caldo: a Gerusalemme e Tel Aviv ancora proteste per il rilascio degli ostaggi ma nulla di fatto per un accordo tra governo e Hamas.

La tenda colpita, vicino all'ospedale al-Wafa, ospitava sfollati, e altre otto persone sono state uccise nel bombardamento sulla scuola trasformata in rifugio, dove ieri sera si scavava ancora sotto le macerie. Benjamin Netanyahu ha confermato che Tsahal sta avanzando nella città di Gaza. "Stiamo approfondendo l'offensiva alla periferia e dentro la città", ha detto. "Circa 100mila persone hanno lasciato Gaza City", ha continuato, anche se "Hamas sta cercando di fare di tutto per impedire loro di uscire così che restino come scudi umani".

Pure Israele subisce accuse pesanti. L'Alta Corte di Giustizia dello Stato ebraico ha stabilito che Tel Aviv non sta adempiendo agli obblighi legali di nutrire adeguatamente i detenuti palestinesi nelle carceri e nei centri di detenzione israeliani e che deve adottare misure per fornire loro cibo sufficiente. La decisione risponde alle petizioni di alcune organizzazioni non governative contro il ministro Ben Gvir e il servizio penitenziario israeliano, accusati di aver deliberatamente ridotto le razioni dei prigionieri sotto il livello di sussistenza e di aver sostanzialmente fatto morire di fame i detenuti palestinesi.

Intanto la situazione è grave a Gaza. Altri cinque palestinesi, tra cui tre bambini, sono morti di fame nelle ultime 24 ore, secondo Hamas. Il numero totale di decessi per malnutrizione nella Striscia dall'inizio della guerra sale a 387, inclusi 138 ragazzini.

Le trattative vanno comunque avanti. L'emittente israeliana Kan cita una fonte vicina a Netanyahu, secondo cui lo Stato ebraico sarebbe disposto a sospendere la sua offensiva contro Gaza City in favore di "un vero accordo" che ponga fine alla guerra e liberi gli ostaggi, ma al momento non è stata presentata alcuna offerta del genere. Il commento arriva in risposta alle notizie diffuse dai media israeliani secondo cui Stati Uniti, Qatar ed Egitto si stanno preparando a proporre un patto omnicomprensivo che riporti a casa tutti i rapiti, dopo che il governo di Netanyahu ha dichiarato che non avrebbe più preso in considerazione intese parziali. In particolare, secondo Channel 12, il presidente Usa Trump avrebbe presentato ad una proposta che prevede appunto il rilascio di tutti gli ostaggi (vivi e deceduti) nel primo giorno dell'accordo in cambio della liberazione di migliaia di detenuti palestinesi, tra cui centinaia di terroristi. Con la promessa che Israele interromperà l'operazione per la conquista di Gaza City con Trump che gestirà direttamente i negoziati. E Hamas, a sorpresa, fa sapere in serata di non respingere il lodo Usa, salvo chiarire il rapporto tra il numero degli ostaggi rilasciati e di quelli che Israele rimetterebbe in libertà.

L'accordo sarà presentato in settimana. Il nuovo piano prevede anche "la fine della guerra a Gaza e la formazione di un governo nella Striscia" nel dopoguerra. L'Egitto "ha convocato una delegazione di Hamas" al Cairo alla fine della settimana "per consultazioni".

Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelaty ha sentito al telefono l'inviato americano per il Medioriente Steve Witkoff, per discutere di "sforzi congiunti per raggiungere un cessate il fuoco", nonché della "tragica situazione umanitaria" nella Striscia. Abdelaty ha informato Witkoff anche "dei preparativi dell'Egitto per organizzare una conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza subito dopo l'annuncio della tregua".

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