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Gb, dalla Camera sì al voto. Botta e risposta May-Corbyn

Scontato il via libera. Il laburista attacca: "Il debito è fuori controllo». La premier. «Con voi tasse raddoppiate"

Gb, dalla Camera sì al voto. Botta e risposta May-Corbyn

Londra - E che elezioni anticipate siano. Ieri, il premier Theresa May ha ricevuto il via libera del Parlamento per sciogliere le Camere il 3 maggio e indire le prossime elezioni politiche l'8 giugno. Tutto è andato come da copione, la Camera ha votato compatta e la proposta è passata con 522 voti favorevoli contro 13 contrari, un plebiscito. Del resto l'esito era scontato dato che i leader delle due maggiori forze d'opposizione avevano ben accolto la decisione della May. La discussione non è stata priva di tensioni e non sono mancati scambi di battute al vetriolo tra il primo ministro e il leader dei Laburisti Jeremy Corbyn. La May ha sottolineato che era giunto il momento di mettere il destino del governo «nelle mani della gente e lasciare che sia il popolo a decidere». Convinta che una maggioranza più vasta rafforzerà la capacità di manovra dell'esecutivo su Brexit, May ritiene che queste elezioni garantiranno maggiore stabilità per il futuro.

Benché a favore del voto, Jeremy Corbyn ha sostenuto che non ci si può più fidare di un primo ministro che aveva escluso l'ipotesi di elezioni anticipate e ora ha cambiato idea, che rifiuta il confronto tv durante la campagna, che afferma che l'economia è più solida mentre il numero dei poveri è aumentato. «Il debito nazionale è più alto che mai, il governo ha infranto tutte le promesse fatte finora» ha dichiarato Corbyn. Pronta la replica della May: «Se il Labour fosse rimasto al potere avremmo visto ben presto raddoppiare tutte le tasse, questa sarebbe il bel piano del Labour per la nostra economia» ha detto seccamente. Corbyn ha anche accennato al fatto che le elezioni sono state indette proprio ora che la procura generale deve decidere se accusare formalmente alcuni deputati conservatori di irregolarità nelle spese elettorali del 2015, insinuando la possibilità che il voto anticipato voglia distrarre l'attenzione del pubblico da altre questioni scottanti.

Sempre ieri una Nicola Sturgeon sorridente e combattiva si è presentata a Westminster per sostenere i suoi deputati che si sono astenuti dal voto. «Ridurremo in cenere il tentativo della signora May di bloccare il secondo referendum sull'indipendenza della Scozia» ha detto ai giornalisti. E la corsa elettorale sembra già iniziata, si stanno facendo i nomi dei deputati che si ricandideranno. Tra questi il laburista Ed Milliband e il liberaldemocratico Nick Clegg, mentre lascia l'ex tesoriere conservatore George Osborne, da poco diventato direttore dell'Evening Standard.

Sorpresa e disappunto tra i leader europei per la decisione del Regno Unito che rischia di ritardare ancora i negoziati per la Brexit. Ieri, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha definito l'annuncio della May degno di una storia diretta dal maestro dell'horror Alfred Hitchcock, «un terremoto per alzare la tensione». Tusk ha poi detto di aver sentito la May per telefono, sottolineando che i piani dei 27 su Brexit non cambieranno affatto. «Queste elezioni sono una questione nazionale ma è ovvio che Brexit sarà un elemento chiave - ha dichiarato il negoziatore del Parlamento europeo Guy Verhofstadt - e questo voto sarà un'opportunità per i cittadini britannici di esprimersi sulle future relazioni tra il loro Paese e l'Unione». Il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel ha auspicato che le prossime elezioni possano portare affidabilità e chiarezza alle trattative future, poiché «sono queste le cose più importanti dopo il voto su Brexit».

A Londra oggi anche il presidente del Parlamento europeo Tajani che incontrerà la May in mattinata per ulteriori chiarimenti sulla questione.

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