Il gelo di Forza Italia: "Ripresi i nostri valori ma nulla di nuovo..."

Ironie e scarso entusiasmo. Ridimensionato il ruolo di Parisi: "Il leader resta Berlusconi"

Il gelo di Forza Italia: "Ripresi i nostri valori ma nulla di nuovo..."

Molta cautela, commenti moderatamente positivi senza traccia di entusiasmo, la sottolineatura che nella convention di Stefano Parisi c'è poco di nuovo, ma più il rilancio dell'identità storica di Fi.

Gli azzurri sembrano soprattutto voler ridimensionare il ruolo e le ambizioni di Mr Chili, come «rigeneratore» del centrodestra. Può essere utile, ma non si monti la testa.

Il vicepresidente del parlamento Ue Antonio Tajani mette i puntini sulle i: «Vedo un contributo importante per allargare il centrodestra alla società civile e cercare new entry con confini più vasti. Fermo restando che il leader è Silvio Berlusconi».

Ci va con i piedi di piombo Paolo Romani, capogruppo alla Camera: «Ho sentito un bellissimo intervento finale di Parisi, ma non ho visto la società civile che immaginavo, al di là di alcune testimonianze. D'accordo che ci sia molto da fare, in una prospettiva di lungo periodo, per rinnovare lo spirito liberal popolare che ci è proprio, però non mi è chiaro che tipo di soggetto si voglia formare, quando c'è bisogno di un partito forte contro le lobby, che sappia realizzare ciò che, è vero, ancora non è stato fatto e darsi nuove regole per una buona politica».

Il più critico e sarcastico è Renato Brunetta. «Le sue parole sono assolutamente condivisibili - dice il capogruppo alla Camera -, mi ci ritrovo pienamente, appartengono alla nostra storia, al dizionario politico di Forza Italia. A questo punto un caloroso benvenuto a Parisi in Fi. Una sola notazione amara. Diciamo le stesse cose, ma se le dice Stefano magicamente vengono viste come il nuovo».

Un «convegno come tanti», definisce Maurizio Gasparri la conferenza programmatica di Parisi e avverte: «Niente a che vedere con la discesa in campo del 1994 di Berlusconi o del successo (più limitato) di Renzi alle primarie del 2013». Comunque, aggiunge, «un'operazione utile per puntellare al centro la coalizione e recuperare lo spazio usurpato da Ncd, schierato con Renzi». L'impressione è di «un'Opa su Ncd, con idee di buon senso, senza novità sfolgoranti». Parisi è bravo, conviene, ed «è positivo che abbia parlato di unità del centrodestra, per evitare sovrapposizioni, certo se si vuole essere innovatori bisognerebbe guardare più alla Nasa che al Museo egizio, mentre qualche sarcofago in giro l'ho visto».

Mariastella Gelmini al Megawatt di Milano c'è andata di persona: «Mi è sembrato giusto, per ascoltare e capire meglio. Mi sembra positivo lo sforzo di coinvolgere di più il mondo delle imprese, delle professioni, del volontariato, della scuola e università. Questo è nel Dna di Fi e Parisi nulla toglie a quelli che hanno un ruolo nel partito. Dobbiamo lavorare ad un centrodestra largo, alternativo al governo di Renzi e al caos del M5S. Tutti nella stessa direzione».

Cauta apertura di credito anche da Lucio Malan: «Parisi può avere un appeal verso chi ci votava e poi non lo ha fatto più e verso possibili nuovi elettori. Mi è sembrata positiva la presenza di Gandolfini (ideatore del Family day, ndr), non quella della Chirico che ha detto che voterà Sì al referendum, visto che per lei c'è la Leopolda. E mi è piaciuta una sottolineatura non banale: siamo per uno Stato al servizio dei cittadini e non il contrario. È anche questo che ci distingue dagli avversari politici».

Nulla di «nuovissimo» nella convention per Francesco Paolo Sisto. Più una «ripresa del Dna moderato di Fi».

Ma «può essere utile come verifica di quello che siamo, una sorta di check up della nostra identità, per andare avanti tutta, superando ogni divisione, visto che oggi siamo più appetibili per i moderati, come dimostrano ritorni di Schifani, Azzolini, altri...».

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