Gelo di Mosca sui colloqui. "Progressi, niente svolte. Nuovo ordine con la Cina"

Il Cremlino: "Noi irremovibili su Crimea e Donbass". Kiev ribatte: "Ripristinare la sovranità su quei territori". Lavrov da Xi: "Interessati a sviluppare le nostre relazioni". Domani vertice Bruxelles-Pechino

Gelo di Mosca sui colloqui. "Progressi, niente svolte. Nuovo ordine con la Cina"

«Per la prima volta l'Ucraina ha mostrato di essere pronta a soddisfare le condizioni per costruire relazioni di buon vicinato con la Russia». Escono i retroscena del secondo giorno dei colloqui avvenuti martedì a Istanbul. È il capo negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky, citato dalle agenzie russe che si lascia andare ad un certo ottimismo, tanto da parlare di «progressi significativi» durante l'ultimo round di negoziati. «Se questi impegni vengono onorati, la minaccia che la Nato abbia un punto di appoggio nel territorio ucraino verrà eliminato», ha aggiunto Medinsky. Secondo il negoziatore, l'Ucraina ha presentato «i principi di un possibile accordo futuro» che prevedono lo stop all'ingresso nella Nato, lo status di neutralità dell'Ucraina, «la rinuncia alle armi nucleari, nonché il possesso, l'acquisizione e lo sviluppo di altri tipi di armi di distruzione di massa, la rinuncia ad ospitare basi e contingenti militari stranieri, l'obbligo di condurre esercitazioni militari con la partecipazione di forze armate straniere solo in accordo con gli Stati garanti, compresa la Russia».

E intanto, come a voler cancellare quella distanza ventilata da analisti internazionali che avevano parlato di una Cina fredda davanti alle mosse della Russia, ieri è avvenuto l'incontro tra il ministro degli esteri russo Lavrov e il collega cinese Wang Yi. I due hanno detto di voler «parlare con una sola voce negli affari globali». Anzi di più: «insieme verso un ordine mondiale giusto» perchè ha aggiunto Lavrov il mondo unipolare sta andando irrimediabilmente nel passato. Intanto Pechino già vende mezzi «dual use» alla Russia: e potrebbe spingersi a inviare camion, cingolati da trasporto e razioni di cibo. La cooperazione sino-russa «non ha limiti», ha voluto rimarcare il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin. «Ci sforziamo per la pace senza limiti, salvaguardando la sicurezza senza limiti e opponendoci all'egemonia senza limiti», ha aggiunto nel briefing quotidiano Wang, per il quale le relazioni bilaterali «non sono conflittuali e non sono mirate verso terzi», e continueranno ad essere orientate verso l'esercizio del «vero multilateralismo». E a proposito dei negoziati è Lavrov ad aggiungere: «Oltre che accettare che lo status di Paese non nucleare e non allineato, l'Ucraina sta capendo che le questioni della Crimea e del Donbass sono definitivamente chiuse». Non dello stesso parere Kiev che ha risposto: «Le questioni della Crimea occupata e del Donbass saranno definitamente chiuse dopo il ripristino della sovranità ucraina in questi territori». In una nota del ministero degli Esteri russo hanno poi fatto sapere che Russia e Cina condannano le sanzioni unilaterali decise da Usa, Ue e alleati contro Mosca per la sua aggressione militare all'Ucraina, definendole «illegali e controproducenti». E, proprio per mantenere le relazioni, anche commerciali, fra Russia e India, Lavrov ha annunciato che oggi e domani sarà in visita ufficiale a Nuova Delhi. La Cina invita Mosca e Kiev «a continuare i colloqui di pace nonostante le difficoltà». È quanto ha detto il ministero degli Esteri cinese, sottolineando che la questione dell'Ucraina ha «origini complesse, è anche il risultato della mentalità della Guerra Fredda». Parole che pesano negli equilibri. Accanto ai toni misurati della diplomazia, i media statali cinesi tracciano un quadro molto più critico, non solo verso gli Stati Uniti - e il presidente Joe Biden, definito «irresponsabile» per i commenti dello scorso fine settimana sul leader russo, - ma anche nei confronti dell'Ue. «Dati i rischi e i danni potenziali, l'Ue ha bisogno di riflettere sull'abuso dell'egemonia finanziaria nello stare dalla parte degli Stati Uniti sulle sanzioni alla Russia», si legge in un editoriale pubblicato dal tabloid Global Times, dedicato alla questione del pagamento in rubli per il gas russo, chiesto da Putin per i «Paesi ostili» a Mosca. Domani, il primo aprile ci sarà il summit tra Unione Europea e Cina. La guerra in Ucraina sarà il tema principale del summit. Il vertice, posticipato più volte per il deterioramento delle relazioni tra Cina e Ue, si terrà in video-conferenza. «Il focus principale del summit sarà la guerra in Ucraina», si legge in una nota dell'Unione Europea.

Parole che non sembrano andare nella stessa direzione della linea promossa dalla Cina, che parla apertamente di «guerra», ma non di «invasione», e che ripete di prendere in considerazione le «preoccupazioni di sicurezza» di tutte le parti, in un riferimento implicito a quelle russe riguardanti l'allargamento a est della Nato.

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