«U na figura di altissimo profilo», aveva promesso poche ore prima Matteo Salvini, garantendo che il governo - a un mese e mezzo dalla catastrofe di Genova - era pronto a designare il commissario straordinario per la ricostruzione del ponte sul Polcevera. Ormai era chiaro che non sarebbe stato né un politico né un'altra figura istituzionale, ma un tecnico. E il nome che ieri sera viene portato allo scoperto corrisponde perfettamente all'identikit: ma è anche un nome studiato per raccogliere un consenso trasversale, dentro e fuori la compagine di governo. È quello di Claudio Andrea Gemme, uno dei top manager di Fincantieri, l'azienda di Stato che fin dall'inizio è stata indicata dal Movimento 5 Stelle come candidata ideale a realizzare la ricostruzione. Ma non è tutto: Gemme è un genovese doc, e questo in qualche modo potrebbe sopire i timori di chi - come il governatore della Liguria Giovanni Toti - vedeva materializzarsi una gestione tutta «romana» della governance dell'emergenza. Oltretutto, a ridosso delle elezioni della primavera scorsa, il nome di Gemme era circolato come possibile candidato sindaco per il centrodestra, forte proprio del gradimento di Toti.
Se questo è lo scenario politico che si intravede dietro la scelta di Gemme, il lato più vistoso è indubbiamente quello umano. La anziana madre del manager figurerebbe infatti nell'elenco degli sfollati, i 258 cittadini genovesi che abitavano nelle case sopra le quali era stato costruito il Ponte Morandi e che dopo il crollo del 14 agosto hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni, minacciate dai tronconi superstiti del viadotto.
La casa di famiglia dei Gemme è in via Enrico Porro, a ridosso della ferrovia: una di quelle case divenute tristemente famose in tutto il mondo, fotografate sotto i tronconi. Gli anziani genitori si sono da tempo trasferiti in Piemonte, ma nei giorni successivi al crollo Claudio Andrea Gemme avrebbe comunque partecipato alle assemblee degli sfollati. «Un genovese che ha girato il mondo, coinvolto direttamente, anche tramite la famiglia, nel disastro»: così, senza fare il nome, Matteo Salvini aveva tracciato il ritratto del candidato prima che la nomina venisse ufficializzata.
E ora, che cosa accade? La legge sull'emergenza Genova, faticosamente partorita dal governo due giorni fa, assegna a Gemme (oltre a due vice e 19 dipendenti) poteri assai ampi, anche in deroga alle leggi vigenti, tranne ovviamente che al codice penale. Le procedure con cui verranno individuati il progetto per il nuovo ponte e le imprese destinate a realizzarle sono ancora da definire, ma una cosa appare certa: la nomina di Gemme è destinata a fare uscire di scena Fincantieri, essendo inimmaginabile che il commissario assegni l'appalto alla stessa azienda di cui era fino ad oggi un top manager.
Gemme è presidente di Fincantieri Sistemi Integrati e della divisione Systems and Components del gruppo, e se i lavori finissero allo stesso gruppo i rischi di ricorsi in grado di paralizzare la ricostruzione si farebbero ancora maggiori. D'altronde il 22 settembre Il Sole 24 Ore aveva segnalato come Fincantieri non possieda le attestazioni «Soa», il requisito previsto dal codice appalti per opere di questo genere.
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