Ponte crollato a Genova

Genova, FI va all'attacco "C'è conflitto di interessi ​Toninelli cambi ispettori"

La commissione incaricata dal Ministero della Infrastrutture per far luce sul caso del ponte Morandi potrebbe saltare. Potrebbero essere sostituite 3 componenti su 6

Genova, FI va all'attacco "C'è conflitto di interessi ​Toninelli cambi ispettori"

La commissione incaricata dal Ministero della Infrastrutture per far luce sul caso del ponte Morandi di Genova potrebbe saltare. O almeno potrebbero essere sostituiti tre investigatori su sei. Uno potrebbe essere Bruno Santoro che come rilevato da l'Espresso in passato aveva svolto alcune prestazioni professionali per Autostrade. Gli altri due invece potrebbero essere, come riporta Repubblica, Roberto Ferrazza, e Antonio Brencich. In questo caso i due ispettori avrebbero steso una relazione lo scorso febbraio proprio sul ponte Morandi senza però richiedere un intervento sul volume di traffico presente sul ponte.

E così su questo fronte va all'attacco Forza Italia che con il portavoce Giorgio Mulè chiede un immediato intervento di Toninelli: "Nella quiete delle vacanze al mare disturbata solo dal rumore dei pargoli in spiaggia e dalla vibrazione del telefonino, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli dovrebbe trovare tempo e modo di comunicare ai suoi uffici la decisione di sollevare presidente e componenti della commissione da lui nominati per far luce sul disastro del ponte Morandi". Poi arriva l'affondo: "Non passa giorno che non si aggiungano nuovi elementi per affrettare a prendere questa decisione, ma ne rimane una insuperabile su tutte: erano al corrente (e con loro anche il ministero dei Trasporti) dello stato di 'salute' del ponte molti mesi prima del disastro, la loro vigilanza potrà dunque essere giudicata totalmente inefficace nel migliore dei casi oppure omissiva". Insomma, come sottolinea l'azzurro, si tratta di un vero e proprio conflitto di interessi che di certo potrebbe portare ad un esito distorto dell'istruttoria su quanto accaduto a Genova: "Il paradosso è che, oggi, dovrebbero essere essi stessi a giudicare il loro comportamento.

Si tratta di un cortocircuito insopportabile", ha concluso Mulè.

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