Cronaca giudiziaria

Genovese verso la libertà. "Andrà ai servizi sociali"

Il pg: sì alla scarcerazione. Ora deciderà il Riesame. L'imprenditore già condannato a 6 anni e 11 mesi

Genovese verso la libertà. "Andrà ai servizi sociali"

Ascolta ora: "Genovese verso la libertà. "Andrà ai servizi sociali""

Genovese verso la libertà. "Andrà ai servizi sociali"

00:00 / 00:00
100 %

Per Alberto Genovese (nel tondo) potrebbero presto aprirsi le porte del carcere. Ieri la Procura generale di Milano ha dato parere favorevole all'istanza di affidamento terapeutico a una comunità presentata dalla difesa dell'ex imprenditore del web condannato in via definitiva a sei anni, 11 mesi e 10 giorni di prigione per due casi di violenza sessuale. Le vittime sono due giovani modelle stordite con un mix di droghe e poi stuprate, una in un attico di Milano e l'altra in una villa di Ibiza. I giudici decideranno nei prossimi giorni.

Genovese era tornato in carcere, dopo essere stato ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi dalla cocaina, lo scorso 13 febbraio in esecuzione della pena definitiva. Nel pomeriggio di ieri si è tenuta davanti ai giudici della Sorveglianza (presidente Roberta Cossia, relatore Pietro Luerti) l'udienza per discutere la richiesta dei difensori dell'ex genio delle start up digitali.

Da quanto si è saputo, la pena residua che Genovese deve scontare, sottratto il cosiddetto «pre sofferto», è inferiore ai quattro anni. Inoltre l'imprenditore ha già scontato la parte di pena che copre le imputazioni di violenza sessuale, reato ostativo alle misure alternative al carcere. L'affidamento terapeutico, poi, si può richiedere quando la pena residua è sotto i sei anni. Tutte condizioni queste previste dalla legge, che hanno portato anche la Procura generale, col sostituto pg Giuseppe De Benedetto, a non opporsi all'istanza di scarcerazione.

Di recente il 43enne laureato alla Bocconi ha cambiato difensori e ora è assistito dagli avvocati Salvatore Scuto e Antonella Calcaterra. Genovese era stato detenuto a San Vittore dal novembre 2020, quando era stato arrestato, fino a fine luglio 2021, quando era passato ai domiciliari in una comunità per tossicodipendenti. Era appunto tornato in carcere a febbraio di quest'anno per scontare la pena definitiva, ridotta perché aveva rinunciato a presentare appello dopo la condanna in abbreviato, sulla base della riforma Cartabia. Per il periodo trascorso a San Vittore tra l'altro i suoi difensori hanno chiesto alcuni giorni fa, sempre alla Sorveglianza, un'ulteriore riduzione della pena per «trattamento inumano e degradante» relativo alle condizioni del carcere, come prescritto dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Genovese rischia un nuovo processo per un secondo filone di indagine in cui è accusato di altre due violenze sessuali, commesse secondo l'accusa ancora dopo aver stordito le vittime con alcol e droga, di intralcio alla giustizia e di detenzione di materiale pedopornografico.

Su questa tranche di indagini, già chiuse, si va verso la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm del Dipartimento fasce deboli per lui, la ex fidanzata e l'ex braccio destro Daniele Leali.

Commenti