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GEORGE VERNON HUDSON

La tesi: spostare le lancette nuoce alla salute L'Ue per ora dice no. Ma la minaccia rimane

Simonetta Caminiti

«Turbare due volte all'anno l'orologio interno degli individui porta danni alla salute: la nostra richiesta è basata su decine di studi». Così, l'eurodeputata finlandese Heidi Hautala si era espressa, a nome di numerosi colleghi, per sottoporre a Strasburgo la possibile abolizione dell'ora legale: richiesta (per il momento) bocciata proprio ieri dall'Unione Europea, che dal 2000 regola l'alternanza semestrale tra ora legale e ora solare.

Quell'ora di luce in più che i Paesi del Sud continuano a desiderare e considerare utile anche ai fini di un risparmio energetico; e che, secondo alcuni eurodeputati del Nord, Centro ed Est dell'Europa, invece, sconvolge e snatura i sacrosanti ritmi circadiani. Ovvero l'equilibrio fisiologico del ritmo sonno-veglia anche in rapporto al ciclo naturale della luce del sole, che si compie tra le sue gradazioni secolari ogni 24 ore. Quella di ieri a Strasburgo è stata prima una valutazione approfondita, e ancora del tutto propedeutica a proposte più stringenti, culminata in un provvisorio «no», ma che si confronta con un dibattito tutt'altro che recente. La decisione dell'Ue è andata verso uno studio più mirato della questione, a ogni modo, e verso l'eventuale «proposta di una modifica della direttiva» che regola l'alternanza dell'ora legale. La risoluzione di ieri ha risposto a due deputati (il ceco Pavel Svoboda e la francese Karima Delli): approvata con 384 voti a favore e 153 contrari, non chiede più l'abolizione del cambio d'orario.

Ma chi sono i sostenitori dell'ora legale? Oltre ai Paesi del Sud, la tradizione piace da sempre ai grandi operatori del turismo: un'ora di luce in più ogni giorno fornisce più tempo per svolgere escursioni. Ma proprio nel Nord Europa, in passato, l'opinione pubblica aveva incoraggiato quei sessanta minuti di luce in più: le famiglie vedevano di buon grado il rientro a casa da scuola dei loro figli in ore ancora illuminate dal sole, e su strade, quindi, più sicure.

Gli eurodeputati che vorrebbero una revisione della norma comunitaria, per il momento si giovano della loro richiesta di nuove valutazioni sui pro e i contro, nonostante per adesso paia negata la possibilità di lasciare libero ogni Stato membro di decidere sua discrezione. E la querelle sull'ora legale si congiunge anche a un altro annoso dibattito rivolto all'Unione Europea: quello sulla divisione di fusi orari che non mettono tutti d'accordo.

I supporter dei ritmi circadiani restano tanti, ma secondo una parte degli scienziati, i benefici dell'ora di luce solare in più superano, e di molto, gli effetti collaterali. La luce solare migliora l'umore e, ancor di più, la capacità dell'organismo di produrre vitamina D, toccasana per il sistema immunitario, i muscoli, le ossa. D'altro canto, però, il nostro assetto psicofisico impiega circa una settimana ad assestarsi dopo il jet lag legato al cambio di orario. Il piccolo sconquasso del ciclo sonno-veglia, che proviene dalla transizione all'ora legale, porterebbe dunque insonnia, ansia e irritabilità. Da questo scaturirebbero, ogni anno, accumuli di stanchezza, scarsa concentrazione, riflessi meno scattanti, e perfino inappetenza; nei casi più gravi, qualche scompenso cardiaco.

Ancora troppo poco, secondo l'Ue, per modificare le regole di un orologio la cui lancetta è un lungo, prezioso, raggio di sole.

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