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Giù il kepì e gli applausi dei soldati al generale che ha sfidato Macron

Cattolico e visconte, de Villiers non accetta i tagli all'esercito

Giù il kepì e gli applausi dei soldati al generale che ha sfidato Macron

È uscito a testa alta, senza kepì, tra gli applausi dei suoi soldati. Il capo di stato maggiore delle forze armate francesi, il generale Pierre de Villiers, ha lasciato il comando dopo una settimana di durissime polemiche col presidente Emmanuel Macron e il ministro delle Finanze Gerald Darmanin. Una crisi senza precedenti nella storia della Quinta repubblica: mai, dal tentato putsch di Algeri del 21 aprile 1961, lo scontro tra il potere politico e l'istituzione militare è stato così duro. La crisi innescata dai nuovi tagli al bilancio della Difesa: 850 milioni di euro. Troppi per l'aristocratico generale vandeano - amatissimo dai suoi sottoposti per il suo carattere da ussaro - che da tre anni si batte per salvaguardare l'operatività delle forze armate impegnate in Africa e nel Levante oltre che sul fronte interno contro la minaccia terroristica, ma dotate di materiali obsoleti. Agli interlocutori politici De Villiers ripeteva: «Ho un ottimo esercito, ma è impiegato al 130 per cento di quanto previsto». Alla notizia del taglio, ha cercato di ricordare al neopresidente le promesse elettorali per un aumento del budget della Difesa (2 per cento del pil). Inutilmente. Macron non ha gradito e il 13 luglio, alla vigilia della sfilata, ha trasformato il tradizionale ricevimento dello Stato Maggiore all'Hotel de Brienne in un'umiliante reprimenda contro i suoi generali, de Villier in primis: «Non considero degno imbastire certi dibattiti in pubblico. Io sono il vostro presidente. Gli impegni che assumo rispetto ai cittadini e alle Forze armate io li so mantenere. E non ho bisogno né di pressioni né di commenti». Un'offesa che l'orgoglioso Villiers non poteva ignorare. Da qui le dimissioni con una dichiarazione al cianuro: «Nelle circostanze attuali, ritengo di non essere più in grado di realizzare un certo modello di forze armate in cui io credo, per garantire la sicurezza della Francia e dei francesi, né per sostenere le ambizioni di questo Paese. Pertanto mi faccio carico delle mie responsabilità presentando le mie dimissioni che sono state accolte».

Solidarietà da Marine Le Pen, per cui «umiliare un uomo come il generale de Villiers davanti alle sue truppe non è un gesto degno di un vero capo delle forze armate».

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