Coronavirus

Già pronta un'altra poltrona per il dimissionario Basentini

L'ex direttore del Dap potrebbe entrare nella task force che affronterà l'emergenza Covid nelle carceri

Già pronta un'altra poltrona per il dimissionario Basentini

I casi sono due: o il dottor Basentini, già direttore del Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria scelto dal Guardasigilli Bonafede, si è dimesso perché ha svolto male il proprio ruolo, e quindi è utile che non si occupi più di carcere. Oppure lo ha svolto bene, e allora non si doveva dimettere.

Quel che non si comprende è perché il magistrato potentino (con al suo attivo la gloriosa inchiesta Tempa rossa, che mise nel mirino il governo Renzi per oscuri complotti petroliferi, fece saltare la ministra Guidi e poi finì ovviamente col collasso delle imputazioni e l'archiviazione per gli indagati) debba essere recuperato e continuare - per il ministero di Bonafede - ad occuparsi di detenuti.

La voce circola da giorni, la notizia è stata data da diverse testate online e blog che ruotano attorno al carcere e alla polizia penitenziaria: al pm Francesco Basentini, che aveva tristemente annunciato il 30 aprile scorso: «Mi tocca tornare a Potenza», donde era giunto, sarebbe invece stato assegnato un posto «romano» nella task force creata da Bonafede per affrontare l'emergenza Covid nelle patrie galere. La voce non è stata finora smentita da Via Arenula. Del resto esiste ormai in Italia, soprattutto in area grillina, una tale pletora di task force che sarebbe possibile dare una poltrona a qualsiasi trombato o amico di ministri, tanto della composizione e dell'operato di questi organismi emergenziali non si sa nulla o quasi, neppure negli stessi ministeri presso cui vengono quotidianamente costituiti.

In attesa di scoprire se si tratti di una malignità, o se sia invece vero che Bonafede, spinto dal suo cuore d'oro, abbia offerto un ripescaggio governativo al Basentini in disgrazia, vale la pena di ricordare il bilancio con il quale il magistrato lucano ha lasciato l'importante incarico (mettendo però sul tavolo, dicono i rumor, la richiesta di essere spostato in una procura più prestigiosa, Torino o Firenze): rivolte in tutte le carceri, 13 detenuti morti, 40 agenti feriti, danni alle strutture per 60 milioni. Per tacere, ovviamente, della esilarante guerriglia tra manettari sulla sua nomina, a colpi di accuse di connivenza con la mafia, tra gli ex amici del cuore Bonafede e Di Matteo.

Intanto ieri il Consiglio superiore della magistratura ha ufficializzato la sostituzione di Basentini con il nuovo direttore del Dap Dino Petralia, scelto dal ministro per rimpiazzarlo. Via libera - con una sola astensione, quella del laico della Lega Stefano Cavanna - dal plenum del Csm al collocamento fuori ruolo del magistrato, fino ad oggi procuratore generale di Reggio Calabria.

LCes

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