Il giallo dello studente carbonizzato: dubbi sul pc vuoto e sul taglio alla gola

L'autopsia chiarirà se Francesco si è suicidato o è stato ucciso. I genitori: "Sembrava sereno, non riusciamo proprio a capire"

Il giallo dello studente carbonizzato: dubbi sul pc vuoto e sul taglio alla gola

Le ore di buco tra la scomparsa e il ritrovamento del cadavere e i sei chilometri, che separano Pisa da San Giuliano.

Sono questi i due punti finiti sotto la lente d'ingrandimento dei carabinieri di Pisa, chiamati a chiarire le cause della morte di Francesco Pantaleo, lo studente universitario 23enne di Marsala (Trapani), sparito dalla città toscana sabato 24 luglio e ritrovato carbonizzato il giorno dopo nelle campagne di San Giuliano Terme. Gli investigatori stanno esaminando i filmati delle telecamere di videosorveglianza per capire il percorso che la vittima ha fatto, presumibilmente a piedi, ovvero sei chilometri tra Pisa e il luogo in cui è stato rinvenuto cadavere.

Come è arrivato lì Francesco? Cosa ha fatto in quell'arco di tempo? La certezza dell'identificazione è avvenuta solo venerdì pomeriggio attraverso la comparazione con il Dna dei genitori. Ma restano troppi misteri. I carabinieri stanno battendo diverse piste e quella che convince di più è quella del suicidio, ma sarà l'autopsia, disposta dalla Procura di Pisa e prevista tra oggi e domani all'ospedale Cisanello, a chiarire come è morto Francesco. Gli inquirenti non escludono nemmeno l'omicidio. «Ma al momento non sono emerse evidenze o elementi certi circa la presenza di altre persone sul luogo del rinvenimento del cadavere», ha precisato il comandante del reparto operativo, il tenente colonnello Giovanni Mennella.

Dall'indagine del medico legale si attendono importanti risposte su ferite o lesioni sul cadavere. Si tratta di un accertamento essenziale per poter formulare o escludere l'ipotesi del delitto, dopo che sul cadavere sarebbe stata riscontrata una lacerazione alla gola.

Si procede per ora per istigazione al suicidio, ma solo al fine di compiere accertamenti fondamentali per ricostruire questo puzzle, dove mancano troppi tasselli. Se lo studente si è dato fuoco dove sono finite le taniche o le bottiglie che avrebbe usato per trasportare i liquidi infiammabili? Erano contenitori di plastica bruciati nella combustione o qualcuno li ha fatti sparire? E che fine hanno fatto le scarpe di Francesco?

Cosa possa averlo spinto a suicidarsi resta nella nebbia, perché la vittima non ha lasciato biglietti scritti o messaggi sul pc o sul telefonino. Si sa che era iscritto al corso di ingegneria informatica dell'Ateneo pisano e avrebbe dovuto dare l'ultimo esame del corso di laurea triennale. I genitori non hanno saputo spiegare i motivi della sparizione del figlio, anche se c'è il sospetto che abbia mentito sul numero degli esami sostenuti.

L'allarme sulla sparizione era partito proprio dalla famiglia, che abita in Sicilia, e non riusciva a mettersi in contatto con lui. Il 23enne si era allontanato dalla casa di via Adige, che condivideva con due coetanei, lasciando su un comodino tutti i suoi effetti personali, gli occhiali da vista, l'iphone, il portafogli con il bancomat, portandosi dietro solo 200 euro. Anche il pc, sul quale lavorava da tre mesi, è stato trovato nella sua camera, ma era vuoto.

Nei giorni scorsi i genitori avevano rivolti diversi appelli al figlio affinché si facesse vivo. L'ultimo contatto con la famiglia, per telefono, risaliva al 23 luglio. «Francesco era sereno. Non riusciamo a capire - aveva raccontato il padre Antonino -.

Mai avrei pensato che mio figlio potesse fare una cosa del genere, non è da lui, ragazzo serio, senza grilli in testa. Aveva riferito che l'appello per l'esame sarebbe iniziato il 27 luglio, ma quella data non risulta». Forse proprio quelle bugie alla fine sono state un peso troppo grande da sopportare.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica