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Un giallo l'incontro del leghista con Trump «Mai visto», «Riunione preparata da tempo»

Il tycoon nega di averlo ricevuto negli Usa Ma in una mail scriveva: «Sono lusingato»

Roma Titolo: «Trump, mai incontrato Salvini». Catenaccio: «Intervistato da Michael Wolff il tycoon nega il colloquio con il leader leghista». Svolgimento dell'articolo: «Non ho voluto incontrarlo, ha detto Trump a Wolff». Il tutto corredato sulle pagine di Repubblica da una foto di Matteo Salvini insieme a Trump. Come si esce da questa apparente di contraddizione?

Il quotidiano italiano fa due ipotesi: una è che Salvini si sia sostanzialmente «imbucato», come un qualunque fan durante un comizio potrebbe fare chiedendo al candidato repubblicano di fare un selfie insieme. Sarebbe ovviamente la possibilità più infamante per Salvini, anche perché il leader leghista è andato apposta a Philadelphia lo scorso 25 aprile per quell'incontro e l'ha commentato entusiasticamente delineando una sorta di asse politico. Tutta una farsa? Chissà, ma qualcosa non torna in questa tesi. Nell'intervista a The Hollywood Reporter citata da Repubblica, Trump non dice «non so chi sia Salvini», ma «non ho voluto incontrarlo», frase che ne presuppone la conoscenza. Repubblica la riporta, ma non ne tiene conto. E liquida come «presunta» la frase di Trump riportata dal Wall Street Journal, quindi da una fonte americana: «Matteo, ti auguro di diventare presto il nuovo premier italiano».

Ieri sull'argomento è intervenuto prima lo stesso Salvini: «Non mi intrometto nelle dinamiche della politica americana. Non lo considero un voltafaccia, ognuno fa la sua campagna» e ancora: «Tifo Trump tutta la vita, garantirebbe la pace e l'equilibrio». Poi si è aggiunto anche Giancarlo Giorgetti, esponente leghista assai vicino al leader del movimento: «L'incontro tra Donald Trump e Matteo Salvini non solo c'è stato lo scorso 25 aprile - ha spiegato in una nota - ma è stato preparato e organizzato secondo le regole. A testimoniarlo non ci sono solo le foto e le mail scambiate tra i rispettivi staff ma la mia personale testimonianza». Giorgetti aggiunge che c'erano altri testimoni, tra cui il deputato Tom Marino. In più Affari Italiani ha pubblicato una mail dello staff di The Donald: «Lui (Trump, ndr) è lusingato per il fatto che il signor Salvini abbia chiesto di incontrarlo e gli invia i suoi migliori auguri per la corsa a premier in Italia».

La spiegazione più plausibile del «giallo» minimo che ieri ha spinto tanti politici a intervenire in pro e contro Salvini, l'avanzata lo stesso Wolff, l'intervistatore dell'Hollywood Reporter: «Trump non ha alcun vantaggio nel valorizzare i legami con Le Pen o Salvini - ha detto il giornalista a Repubblica - anche questi leader europei sono considerati come stranieri dalla sua base elettorale».

Strategia pre-elettorale dunque.

Che in realtà rende l'episodio interessante per capire come Trump stia orientando la propria campagna per la conquista della nomination repubblicana. Resta da capire cosa ci sia invece di interessante nel vantare o smentire un rapporto col miliardario ancora solo candidato in pectore.

GiMa

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