
Eugenio Giani, sui Cpr, ha la memoria corta (o forse selettiva). Il presidente della Regione Toscana è diventato critico, dopo essere stato favorevole, nel giro di un'elezione per la segreteria del Pd. Ieri, il governatore dem, ospite di Sky per il dibattito contro Alessandro Tomasi, candidato presidente della Toscana per il centrodestra, si è soffermato sula contrarietà ai Centri di Permanenza per il Rimpatrio. Sarà per l'alleanza forzata con 5Stelle e Avs, sarà per lo stile radical di Elly Schlein ma Giani oggi dichiara l'esatto opposto di ciò che sosteneva appena due anni fa. Da governatore neo eletto in Toscana, Giani ha aderito ai Cpr in Toscana. Non in luogo qualunque: in prefettura. Tomasi lo ha ricordato. Ma oggi il presidente di Regione definisce i centri "carceri", "luoghi di detenzione impropri", "luoghi di stanzionamento permanente non qualificati che creano più degrado e creano più delinquenza". Una giravolta che ha nella consistenza del "campo largo" in Toscana la sua origine ideologica. Fratelli d'Italia, con l'onorevole Giovanni Donzelli, insiste: la Toscana ha bisogno di due Cpr. Uno per i migranti irregolari, uno per coloro che sono coinvolti nello spaccio di droga. Perché per Donzelli il traffico di sostanze stupefacenti, in Toscana, è una vera e propria emergenza. La sinistra però continua a fare ostruzione. E allora è possibile che il governo forzi la mano e non attenda l'ok della Regione. Giani dice che i Cpr necessitano di una "riforma" e che così come sono non vanno bene. Tomasi, che è anche sindaco di Pistoia, al fianco di Giorgia Meloni sin dai tempi dei movimenti giovanili, ha le idee chiare: "Chi viene in Italia per delinquere e commette reati gravi dev'essere rimandato a casa". Ieri per Gianni è stata una giornata complessa. Incalzato da destra sul cambio di linea sui Cpr, il presidente di Regione, questa volta a Un Giorno da Pecora, ha elencato la Lombardia tra le regioni confinanti con la Toscana. Una gaffe culturalmente lontana da un dirigente dem navigato come Giani e prossima, invece, a certo grillismo delle origini con cui il Pd di Schlein va a braccetto.
Dopodomani a Firenze sono attesi il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani per sostenere Tomasi. I collettivi, i centri sociali e i militanti pro Pal hanno subito convocato una contro-manifestazione.
Del resto anche Giani, come hanno già fatto Ricci nelle Marche e Tridico in Calabria, ha promesso in caso di vittoria di riconoscere lo Stato di Palestina in qualità di Regione. Il centrodestra confida che il proliferare dell'estremismo a sinistra possa convincere tanti elettori moderati a guardare verso la coalizione di governo.