Giorgetti pizzica le banche. "Hanno goduto di benefici, ora sostegni alle famiglie"

Il ministro dell'Economia in video collegamento: "Abbiamo lavorato in silenzio, si vedono i risultati"

Giorgetti pizzica le banche. "Hanno goduto di benefici, ora sostegni alle famiglie"
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I conti in ordine, il riconoscimento crescente della comunità internazionale, lo spread ai minimi dal 2008, ma anche una puntura di spillo alle agenzie di rating che ancora non riconoscono come dovrebbero i risultati ottenuti dall'Italia. E soprattutto una scossa alle banche, chiamate a fare di più sul fronte del credito.

"Il nostro lavoro è stato percepito, come si vede dalla vicenda dello spread e dal rating, che io distinguo tra ufficiale e percepito. Quello ufficiale non registra ancora com'è percepito effettivamente il nostro Paese. Questo ha prodotto risultati positivi per imprese e famiglie, per le istituzioni finanziarie, anche per le banche, cui ogni tanto bisogna fare un piccolo pizzicotto, che mutuano condizioni più favorevoli. Tutto ciò deve tradursi in benefici concreti in favore delle famiglie".

Giancarlo Giorgetti - nell'anno in cui è stato eletto ministro delle Finanze dell'anno dalla rivista The Banker del Financial Times - torna al Meeting di Rimini, dove è da molti anni ospite fisso e dove si concede ragionamenti e libertà intellettuali e dialettiche non scontate. Parla e si lascia andare in videocollegamento. Se lo scorso anno dialogando con l'amico Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione della Sussidiarietà, aveva "riscritto" il titolo del panel a cui era stata invitato, suggerendo che invece de "Il primo capitale dell'impresa è la persona" avrebbe dovuto essere chiamato: "Il primo capitale dell'impresa è l'imprenditore", questa volta il ministro rivendica i risultati ottenuti dall'esecutivo, attraverso un approccio serio e poco incline a cedere alla tentazione delle scorciatoie pericolose.

"Questo governo è partito dalla consapevolezza di quale deve essere il fine ultimo della costruzione di una casa, perché la casa non si fa per abbatterla dopo 20 anni ma deve essere fatta per durare nel tempo. Allo stesso tempo non si può costruirla partendo dal tetto, bisogna partire dalle fondamenta, lavorando con serietà, con responsabilità e anche con umiltà, portando un mattone dietro l'altro. Lo abbiamo fatto in silenzio. I risultati cominciano a vedersi, si cominciano a vedere quelle che sono le fondamenta solide per arricchire la casa del futuro".

Giorgetti ricorda che il cammino che non è certo stato costellato di petali di rosa. "Sono avvenute cose imponderabili come la guerra, con i contraccolpi economici per un paese come il nostro povero di materie prime oppure i dazi. Sono elementi che non portano vento favorevole ma con cui dovremo fare i conti. C'è un principio di sostenibilità che richiede che ogni intervento sia misurato e ancorato alla realtà. Partendo dal presupposto che se costruiamo una casa serve solidarietà generazionale".

Il titolare dell'Economia non nasconde il proprio ottimismo. "Se facciamo sistema questo Paese ha energie inespresse che potranno migliorare non solo la percezione, ma la realtà della situazione".

Ma c'è anche chi è chiamato a fare di più. "Un fattore che potrà essere maggiormente sfruttato sono i fondi pensione" spiega.

"C'è un fondo pensione canadese che ha investito in infrastrutture italiane. Sarebbe opportuno che i fondi di previdenza complementare guardassero di più all'Italia negli investimenti infrastrutturali di lungo periodo con rendimento non speculativo".

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