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Giorgia ed Elly insieme, nude e incinte. A Milano il murales della pacificazione

Fa discutere l'opera dell'artista Palombo sul tema della maternità surrogata

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Le ha messe di spalle ma le ha quasi appoggiate l'una all'altra: solo pochi centimetri e le schiene si toccherebbero. Le ha lasciate nude ma ha ingentilito i lineamenti a entrambe, proprio come fa la maternità, le ha ritratte nella stessa identica posizione, una mano a coprire il seno, l'altra a sorreggere il pancione, le ha fatte guardare nella medesima direzione, le labbra truccate allungate in un sorriso che fa sereno intorno e poi ha reso protagonisti quei due «gusci» di bambini: opposti ma pacificanti. Sul braccio del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, c'è tatuata una fiamma tricolore, su quello della leader dell'opposizione, Elly Schlein, una bandiera arcobaleno, sulla pancia della segretaria del Partito Democratico la scritta «My uterus my choice» («Il mio utero, la mia scelta») e su quella della premier «Not for rent» («Non in affitto»). Sottolineando le loro differenze le ha rese concilianti e conciliabili. Nulla, come quei due uteri intenti a nutrire e di segno opposto, hanno appianato lo scontro.

Ciò che non è riuscito alle istituzioni, alla politica, agli interessi del Paese, perfino alle tragedie comuni, è riuscito all'arte: all'opera dell'artista aleXsandro Palombo comparsa ieri in piazza San Babila a Milano (dove si è appena concluso il forum sulla maternità surrogata) dal titolo «Power Is Female». Manca l'impervio, il selvatico, le spine in questo accostamento di due donne agli antipodi ed è proprio bello così. Lontanissime, diversissime ma non contro. Non c'è alcuna sbavatura di lotta, nessun ringhio per l'intento di prevalere o prevaricare: sarà quella forma tonda e allegra come una luna piena.

Palombo è conosciuto per la sua arte dei diritti, per i lavori che «usa» come «anti-anestetici sociali», sua, tra le altre, la serie «Break The Silence» con le celebrità vittime di violenza, da Kim Kardashian a Gwyneth Paltrow, da Angela Merkel a Michelle Obama. Ora mette due donne con idee completamente diverse su qualunque cosa a confronto su un tema intimo, femminile, personalissimo come la maternità surrogata: anche questo tema vede opposte Schlein e Meloni. Ma secondo l'artista: «Hanno in comune un'occasione storica quella di ritrovarsi al vertice insieme e dibattere direttamente senza preoccuparsi delle interferenze maschili su questioni che riguardano la sfera femminile, questa occasione potrà rafforzare il cammino verso l'uguaglianza di genere, l'emancipazione e l'autodeterminazione».

Il divieto di maternità surrogata, ricorda sempre Palombo, «è solo a livello nazionale, mentre in altri Paesi soprattutto extraeuropei come Stati Uniti ed India queste pratiche sono legali. Nel nostro parlamento, invece, si discute la proposta di legge di FdI per renderla un reato universale perseguibile anche all'estero».

In attesa che tornino a sbranarsi in altri contesti, teniamo la tregua che l'arte è stata in grado di regalare, il piccolo miracolo laico di conciliare ciò che di norma è inconciliabile, ripulendolo di rabbia e ideologie e appartenenze.

Su quel muro di piazza San Babila dove sembra che ci sia posto per tutti e tutto.

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