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Giovanardi al governo Conte: "Chiudete i negozi di cannabis light"

Per Giovanardi la Lega e i Cinque Stelle hanno l'obbligo giuridico e costituzionale di tutelare la salute e di fare applicare la legge. "Cosa aspetta il governo a chiudere i negozi di cannabis, rispettando il parere del Consiglio Superiore di Sanità e una sentenza della Corte di Cassazione?"

Giovanardi al governo Conte: "Chiudete i negozi di cannabis light"

Carlo Giovanardi, ex ministro per i rapporti con il Parlamento e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri di due governi guidati dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ha lanciato una sfida alle multinazionali e al governo giallo-verde, guidato da Giuseppe Conte, chiedendo la immediata chiusura, su tutto il territorio italiano, dei negozi che vendono la cosiddetta cannabis "light".

L'iniziativa è stata lanciata nella tarda mattinata del 19 gennaio a Verona, in occasione del convegno "Il business della Cannabis sulla pelle dei nostri figli", organizzato dai locali movimenti "L'Officina" e "Verona ai veronesi".

Nel corso del convegno - che ha registrato gli interventi del professor Giovanni Serpelloni (Università della Florida) sulle "Droghe in internet e il nuovo business della cannabis light" e del giurista Roberto Respinti (del Centro Studi Rosario Livatino) sul rapporto tra droghe e legislazione - Carlo Giovanardi ha fatto riflettere, attraverso il suo intervento, sul fatto che bisogna "liberalizzare l'intelligenza e non le droghe" e poi ha lanciato la sua battaglia di "Davide contro Golia": la chiusura delle migliaia di growshop "sbucati come funghi in tutta Italia", negozi di cannabis "light" che crescono "ad un ritmo vertiginoso" e muovono "interessi, anche multinazionali, di decine di milioni di euro".

La richiesta dell'immediata chiusura, secondo l'ex ministro modenese, è supportata da due prese di posizioni autorevoli "e assolutamente non contestabili" dalle due forze politiche che appoggiano il governo, la Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio.

Il primo parere autorevole è quello del Consiglio Superiore di Sanità, emesso durante la seduta dello scorso 10 aprile, quando gli scienziati della Sezione V, guidati dal professor Andrea Lenzi, hanno stabilito che "la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di 'cannabis' o 'cannabis light' o 'cannabis leggera' non può essere esclusa" per diversi motivi.

"Guarda caso", dice al Giornale Giovanardi, il ministro Cinquestelle della Sanità, Giulia Grillo, "che nella scorsa legislatura è stata tra le firmatarie di un progetto di legalizzazione della cannabis, ha provveduto a revocare la nomina di 30 componenti non di diritto del Consiglio superiore di sanità", l’organo tecnico-consultivo del ministero che guida.

Il secondo parere autorevole, citato da Giovanardi, per supportare la sua proposta di chiudere tutti i negozi di cannabis light, arriva addirittura dalla Cassazione penale, sezione VI, che attraverso la sentenza numero 56737 del 17 dicembre 2018 ha stabilito che se è vero che la legge numero 242 del 2016 ha reso possibile, in assenza di autorizzazioni e nel rispetto di specifiche prescrizioni, la coltivazione di 62 varietà di cannabis sativa L con un principio attivo (THC), rinvenibile nelle piante di canapa coltivate, che deve collocarsi in un range tra lo 0,2% e lo 0,6%, è altrettanto vero, secondo la Cassazione, che tutto ciò che non è coltivazione (detenzione e cessione, come accade nei growshop) rimane regolato dal testo unico in materia di stupefacenti (il famoso d.P.R. numero 309 del 1990).

Quando il THC supera lo 0,6%, le piante diventano sequestrabili e distruttibili. Inoltre non può dirsi lecita, secondo la Cassazione, l'attività di chi commercializza o cede le infiorescenze della cannabis sativa L (la marijuana) o la resina che dalle stesse si ottiene (l'hashish), nonché la condotta di chi le acquista o comunque le detiene per finalità di cessione, perchè imperniate su uno scopo ricreativo che non costituisce il principio informatore della disciplina della legge numero 242 del 2016.

"Ne consegue che la vendita delle infiorescenze (marijuana) di cannabis sativa L e della resina che dalle stesse viene ottenuta (hashish) e la loro detenzione al fine di cessione continuano a configurare il reato di cui all’art. 73 del d.P.R. 309/1990, sempre che nelle stesse sia rinvenibile un principio attivo in grado di indurre un effetto drogante rilevabile, non ostando alla punibilità il fatto che esse costituiscano derivati di un’attività di coltivazione astrattamente lecita in base alla novella del 2016", spiegano dalla Cassazione.

"Il Consiglio Superiore di Sanità ha dato il suo parere medico", spiega a Il Giornale Giovanardi, "in merito alla pericolosità della cannabis; la sesta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione ha formulato il suo principio di diritto, non modificando la normativa antidroga del d.P.R. 309 del 1990. Dunque i negozi che vendono cannabis sono illegittimi e vanno contro la legge. Non capisco come mai il governo Conte-Salvini-Di Maio non li chiuda, facendo così rispettare la legge?".

"Io a Modena ho fatto degli esposti e ho fatto chiuedere alcuni di questi negozi", ha spiegato al Giornale Giovanardi. "Le forze dell'ordine hanno riscontrato un principio attivo più alto rispetto a quello previsto dalla legge. La Lega e i Cinque Stelle non possono trincerarsi dietro la formula 'non è nel contratto di governo'. Hanno l'obbligo giuridico e costituzionale di tutelare la salute e di fare applicare la legge. Abbiamo riscontrato la sensibilità del ministro Lorenzo Fontana sul tema. Ma questo non basta. Cosa aspetta il governo a chiudere i negozi di cannabis?".

"Il mio impegno civile contro la droga", confida al Giornale Giovanardi, "si basa su esperienze concrete. Ho visto con i miei occhi le sofferenze che hanno vissuto i tanti giovani salvati dai Muccioli, Benzi, Gelmini e altri grandi uomini che hanno contrastato le droghe. Ai ragazzi delle comunità di recupero è chiara la pericolosità della Cannabis, mentre qualche politico fa finta di niente...

Se continuiamo sulla strada che, subdolamente e contra legem, stiamo percorrendo, fra qualche anno potremmo ritrovarci con un 30% di italiani zombie o, comunque, con vari problemi di salute".

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