Giovani "choosy": il 60% non si sposta per lavoro

Tre ragazzi su cinque non sarebbero disposti a cambiare città per iniziare una professione

Giovani "choosy": il 60% non si sposta per lavoro

Roma - Lavoro lontano da casa? No grazie. Soltanto quattro giovani disoccupati su dieci si dicono disposti a volare fuori dal nido. E la maggioranza è rappresentata da laureati che sarebbero disponibili a trasferire la loro residenza per motivi di lavoro. Ancora una volta è l'Istat a dipingere un quadro stagnante del mercato del lavoro nel nostro Paese. La disponibilità a muoversi è direttamente proporzionale al livello culturale delle famiglie di provenienza.

E come si trova lavoro in Italia? Come sempre molto spesso tramite «raccomandazione». Infatti quattro giovani occupati su dieci se non sono più a spasso devono ringraziare parenti, amici o conoscenti che li hanno «segnalati». L'Istat evidenzia però che «tra i laureati crescono di molto le possibilità di trovare lavoro attraverso altri canali» e comunque la possibilità di trovare un impiego è legata al livello di istruzione. Il tasso di occupazione è al 60 per cento e cresce all'aumentare del livello di istruzione: 47,4 per i non diplomati; 63 per i diplomati; 71,7 per i laureati.

Nel 2015 le istituzioni pubbliche in generale hanno sostenuto la ricerca di un lavoro soltanto per l'11,9 per cento dei giovani. I contratti a tempo determinato sono una rarità. Oltre un giovane italiano su quattro ha un lavoro a termine. E tra coloro che sono usciti dal sistema di istruzione nell'ultimo biennio, 2014/2016, la quota di occupati in lavori atipici è del 51,7 per cento per i laureati e del 64,4 per i diplomati.

Nell'indagine effettuata nel secondo trimestre del 2016 l'Istat rileva che con l'aumentare dell'età i giovani occupati in lavori temporanei passano dal 66,6 nella fascia d'età 15-19 anni fino al 15,3 tra i 30 ed i 34 anni.

Un giovane occupato su quattro lavora a orario ridotto, nella maggioranza dei casi non per scelta ma perché non gli viene offerta un'occupazione a tempo pieno. Inoltre per il 41 per cento dei diplomati e il 31,4 dei laureati il lavoro loro affidato è al di sotto delle loro possibilità. Gli intervistati dichiarano che per svolgere adeguatamente il proprio lavoro sarebbe sufficiente un più basso livello di istruzione rispetto a quello posseduto.

Ma quanti sono i giovani in un paese che è destinato secondo gli studiosi a diventare il terzo paese più vecchio del mondo nel 2050? Nel secondo trimestre 2016 i giovani tra i 15 e i 34 anni erano 12 milioni 681mila e rappresentano il 21 della popolazione residente in Italia. Il 40 per cento dei diplomati e il 60 dei laureati ha avuto almeno un'esperienza di lavoro durante l'ultimo corso di studio. La maggioranza di queste esperienze è stata parte del corso di studio. Il 25,8 dei diplomati e il 36,1 dei laureati ha affrontato stage, tirocini o apprendistati all'interno del programma di istruzione.

Sono però tantissimi, i giovani fuori dal sistema di istruzione formale: 8 milioni e 10mila persone ovvero il 63,2 dei cittadini tra i 15 e i 34 anni. Tra questi il livello di istruzione è più alto tra le donne, tra i residenti nel centro-nord e tra coloro che provengono da famiglie con più elevati titoli di studio.

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