
Arresto convalidato ma scarcerazione per Giusto Chiacchio, il poliziotto di 26 anni che all'alba di sabato ha investito sulle strisce e ucciso Matteo Barone (nella foto), 25 anni. L'agente, che era fuori servizio, è risultato positivo all'alcoltest. Per il gip di Milano, Roberto Crepaldi, non c'è rischio di reiterazione del reato.
Chiacchio è uscito da Bollate e resta indagato a piede libero per omicidio stradale. Il gip non gli ha applicato alcuna misura cautelare. Scrive il giudice: "Se si considera che l'indagato - al netto della sua appartenenza alle forze dell'ordine - è soggetto incensurato, ha tenuto un contegno ampiamente collaborativo in sede di udienza di convalida e che in conseguenza del sinistro si provvederà indefettibilmente alla sospensione della patente di guida, appare evidenza l'insussistenza di qualsiasi pericolo di reiterazione". L'incidente è avvenuto in via Porpora, poco lontano da piazzale Loreto. Le indagini sono affidate alla polizia locale. Per il poliziotto, difeso dall'avvocato Giuseppe De Lalla, il pm Maurizio Ascione aveva chiesto il carcere. Gli investigatori gli hanno sequestrato il cellulare per verificare se al momento dell'investimento fosse al telefono. Non c'è "dubbio - aggiunge il gip - che si tratti di un fatto grave" e l'investitore "pur ammettendo", ha "dimostrato nell'interrogatorio di convalida una scarsa dose di empatia nei confronti della vittima". Ma "i profili di colpa non sono" tali "da destare particolare allarme" sulla sua personalità.
La "velocità", si legge, "era certamente eccessiva ma non può essere attualmente stimata come condotta particolarmente spregiudicata; lo stato di intossicazione era certamente modesto". Chiacchio ha dichiarato: "Andavo tra i 50 e i 70 chilometri orari e avevo bevuto due gin tonic". E attraverso il legale ha espresso "estrema partecipazione" per la morte di Barone.