II Giro va. Oggi arriva in Friuli a Cividale ma pochi giorni fa era in autostrada. Non i campioni, una tappa speciale approfittando del giorno di riposo della corsa che ha portato centinaia di appassionati sull'Autosole nel tratto tra Firenze e Bologna. mai successo. «Un Giro in A1 Panoramica» come una tappa vera, con tanto di auto della direzione ad aprire la corsa e con tanto di staffette della stradale e indicare il percorso. «Una pedalata per apprezzare il piacere della bici e per scoprire un tratto di autostrada che ha un valore paesaggistico notevole- spiega Mauro Vegni, ammiraglio del Giro d'Italia- Un'idea che ci è stata proposta dalla società Autostrade e che ci è subito piaciuta, nata perchè c'erano le condizioni perfette affinchè nascesse. Il giorno di riposo della corsa, il tratto di autostrada che ora che c'è la Variante di valico si poteva chiudere, la voglia di portare per la prima volta una gara ciclistica in autostrada. Una bella iniziativa che, visto il successo, con i manager di Autostrade troveremo il modo di far continuare anche in futuro. Vedremo come...».
Organizzato da Autostrade per l'Italia con Polizia Stradale e RCS Sport, il «Giro in panoramica» ha portato oltre 500 ciclisti sui 36 km lungo il vecchio tracciato dall'area di servizio Aglio Ovest sino al casello di Pian del Voglio e ritorno, che per l'occasione è stato chiuso alla circolazione. E sinceramente un po' suona strano pensare che quella che è stata per tanti anni la dorsale autostradale appenninica dell'Italia, attraversata da auto e Tir per un giorno sia rimasta in silenzio per lasciar strada alle biciclette. Buona la prima però. Perchè cinquecento ciclisti al via sono parecchi, oltre il doppio di quelli che si aspettavano. «È la prima volta nella storia che si svolge una iniziativa del genere -spiega Francesco Delzio, direttore relazioni esterne, affari istituzionali e marketing di Atlantia e Autostrade per l'Italia - che punta a valorizzare la Panoramica attraverso una nuova vocazione turistica: il panorama che si può ammirare attraversando il vecchio tracciato dell'A1 è straordinario. La grande partecipazione e l'entusiasmo di appassionati, ex campioni del ciclismo e rappresentanti delle istituzioni confermano la bontà della nostra idea». Non è stata una gara. E non doveva esserlo. Una pedalata in assoluta sicurezza che ha portato il Giro dove non era mai stato. «Per noi in questi anni il Giro non è solo quello dei professionisti- spiega Vegni- La gara resta ovviamente al centro della manifestazione ma la carovana si lega sempre più ad iniziative come questa che permettono di scoprire e promuovere il territorio del nostro Paese». Tra i presenti al via anche il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Riccardo Nencini, nipote di quel Gastone che alla fine degli anni 50 vinse Giro e Tour, Paolo Gandolfi, coordinatore dell'Intergruppo parlamentare Mobilità Ciclistica, Roberto Sgalla, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, il sindaco di Barberino del Mugello Giampiero Mongatti e alcuni protagonisti della storia del ciclismo come Stefano Allocchio, starter ufficiale del Giro, Guido Bontempi, Igor Astarloa, campione del mondo nel 2003, Marco Velo, 4 volte campione italiano a crono e Gianni Motta, vincitore del Giro d'Italia '66.
Ad attendere i ciclisti all'arrivo un testimonial d'eccezione della sicurezza stradale, Giancarlo Antognoni, centrocampista della Nazionale italiana campione del mondo nel 1982 in Spagna. «E' un piacere essere qui - ha detto- a premiare gli eroi della sicurezza: uomini della polizia e di Autostrade che si sono distinti per il loro coraggio e la loro professionalità».
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