Il governo ci allunga la vita: in pensione sì, ma a 70 anni

Pronto il decreto per alzare l'età pensionabile anche se l'aspettativa di vita non è salita. Sindacati in rivolta

Il governo ci allunga la vita:  in pensione sì, ma a 70 anni

Nessun arretramento, avanti come da programma. Alla fine dell'estate arriverà via decreto un aumento dell'età pensionabile da 66 anni e sette mesi a 67 anni. Scatterà a partire dal 2019, ma sarà messo nero su bianco - contabilizzando i risparmi per i conti pubblici - già dall'autunno. La conferma è arrivata ieri. Le indiscrezioni dei giorni scorsi si sono rivelate fondate e i sindacati hanno deciso una controffensiva chiedendo il blocco dello scatto.

«Non c'è motivo di far andare avanti gli automatismi che determinano l'innalzamento dell'età pensionistica», ha detto ieri il leader della Uil Carmelo Barbagallo. «Stiamo continuando nella discussione della seconda fase, non c'è motivo di far andare avanti l'adeguamento dell'età pensionistica alle aspettative di vita, a parte il fatto che l'anno scorso l'aspettativa è diminuita», ha sottolineato il sindacalista.

Il punto è proprio questo. L'aumento è previsto da una legge del 2011 che adegua il pensionamento alle cosiddette «aspettative di vita». Cioè alla durata media della vita. L'ultimo adeguamento è scattato l'anno scorso. C'è quello del 2018 e poi altri fino al 2050. Obiettivo finale 70 anni tondi. Sempre che la vita media degli italiani continui a crescere come ha fatto, senza soluzione di continuità, dal Dopoguerra a qualche tempo fa.

Peccato che, riportato da tutti i media nazionali, nel 2015 non c'è stato alcun aumento delle aspettative di vita. Anzi. La speranza di vita alla nascita è scesa a 80,1 anni da 80,3 del 2014 per gli uomini e a 84,7 anni (da 85) per le donne. È questo il riferimento di Barbagallo.

Il tema è al centro del tavolo governo-sindacati sulle pensioni. Ieri si è tenuta una riunione molto tecnica, che ha preso in esame alcuni aspetti dell'Ape social, cioè l'anticipo della pensione gratuito per le categorie disagiate. Il tema dell'anticipo è stato rinviato ma è uno degli ostacoli maggiori.

Ieri il ministro del Lavoro ha ammesso che l'ipotesi è sul tavolo. «Siamo in largo anticipo: l'Istat ci darà i dati in autunno, quando saremo in condizioni di valutare cosa fare lo faremo. Questa è una scelta che viene da lontano - ha aggiunto - il tema non è solo del ministero del Lavoro, bisogna farla a ragion veduta».

Tradotto, a spingere per il decreto è il ministero dell'Economia, che vuole mettere in cassaforte i risparmi sulle pensioni, di fatto già contabilizzati nei vari documenti ufficiali. La «sorpresa» del calo delle aspettative di vita ha messo a rischio un risparmio dato per scontato.

La tesi del governo è che, sicuramente, le aspettative di vita del 2016 torneranno a crescere. E che, comunque, la legge sulle pensioni prevede un aumento.

Interpretazioni che i sindacati respingono al mittente. Per la leader della Cisl Annarmaria Furlan «dobbiamo fermare l'automatismo legato all'aspettativa di vita: questo meccanismo infernale per cui sempre di più si alza l'età pensionabile». Per Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, un aumento dell'età pensionabile verrebbe visto dai lavoratori come «un gigantesco schiaffo» e si determinerebbe «una rottura difficile da colmare».

Peccato che il governo non sia disposto ad assecondare le organizzazioni dei lavoratori.

Stretto da vincoli sul deficit sempre meno flessibili e da spese improvvise difficili da fare digerire a Bruxelles e ai mercati internazionali che monitorano il debito italiano. Come quella per le banche. La coperta è sempre più stretta e a farne le spese saranno anche i pensionandi.

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