La maggioranza in cortocircuito: vacilla l'accordo M5S e Lega

Dalla cannabis ai migranti, tutte le liti dei grillini e leghisti. Armando Siri, consigliere economico di Salvini, avverte: "Se si viene meno ai patti, è il governo a essere messo in discussione"

La maggioranza in cortocircuito: vacilla l'accordo M5S e Lega

Che la maggioranza di governo stia traballando non è certo una notizia. La fuga in avanti di Giuseppe Conte sull'accoglienza dei migranti delle due Ong ha creato una frattura che solo il tempo dirà se potrà essere risanata.

Oggi il fronte dello scontro tra Lega e M5S si è spostato da quello dei migranti a quello della cannabis. La proposta di legge dei grillini non convince Salvini, che ha imposto un duro stop alle mire dei pentastellati. Eppure nel Movimento c'è chi già ipotizza una maggioranza "diversa" per approvare la legge sulla legalizzazione. "Esiste il contratto di governo - dice all'Adnkronos il grillino Mantero - ma anche la Costituzione, che dà al Parlamento la centralità del potere legislativo". "Su questi temi - insiste il senatore ligure - il governo dovrebbe farsi da parte senza mettere in forse l'equilibrio della maggioranza e lasciare che il Parlamento faccia il suo percorso, con maggioranze anche trasversali".

Possibile che M5S e Lega arrivino ad una rottura definitiva? Difficile dirlo adesso. Di certo c'è che Salvini è sembrato piuttosto irritato quando, da Varsavia, ha dovuto assistere all'apertura ai migranti di Conte. "Fa l'amico dei burocrati Ue", avrebbe detto ai suoi secondo un retroscena ancora non smentito. Tanto che oggi, in una intervista al Giorno, Armando Siri, consigliere economico del ministro dell'Interno e ideologo della Flat tax, ha detto in maniera chiara cosa potrebbe succedere se Di Maio decidesse di tirare troppo la corda: "Il contratto di governo è chiaro: basta sbarchi! - ha detto Siri- Se si viene meno ai patti, è il governo a essere messo in discussione".

È la seconda volta che in due giorni da ambienti leghisti viene evocata una possibile crisi di governo. Salvini insiste in pubblico a dire che l'alleanza gialloverde durerà fino a pasqua e oltre, ma gli umori sono neri. E non è detto che un nuovo inciampo non faccia definitivamente rotolare il patto Salvini-Di Maio.

Anche perché i temi che dividono i due partiti cominciano ad essere tanti.

La Lega guarda con diffidenza al reddito di cittadinanza (meglio la flat tax) e una parte del M5S non nasconde di digerire poco la riforma della legittima difesa. Su Tav e Tap i due movimenti sono agli antipodi e la soluzione ai dissidi appare ancora lontana.

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