Qualche giorno fa l'Istat aveva spiegato che la pressione fiscale del primo trimestre dell'anno si è attestata al 39%, il livello più alto dal 2015. Dato parziale e relativo ai mesi in cui la pressione è meno alta.
Ma se la prospettiva si allarga all'anno e si includono imposte, tasse e contributi, il dato si gonfia fino al 48 per cento. Non il 42,4% previsione ufficiale per il 2019, ma una quota che si avvicina in modo pericoloso al 50 per cento.
La pressione fiscale non è un'aliquota media ma la percentuale di risorse che vanno al fisco in rapporto alla ricchezza prodotta. L'evasione contribuisce a fare lievitare la pressione sui contribuenti onesti, sottolinea la Cgia di Mestre.
Poi c'è dell'altro. La pressione sui redditi di famiglie e imprese aumenta anche per colpa delle tariffe. «Dal punto di vista contabile - spiega il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - queste voci non rientrano nella pressione fiscale. Tuttavia, hanno avuto e continuano ad avere degli effetti molto negativi sui bilanci di famiglie e imprese, in particolar modo per quelle fedeli al fisco».
Il fisco resterà al centro del dibattito politico da qui a dicembre. Al ministero dell'Economia è approdata una proposta che consiste nella riduzione delle aliquote Irpef da cinque a tre. Proposta di ispirazione M5s, simile, ma chiaramente alternativa alla flat tax cara alla Lega.
Ieri il vicepremier Matteo Salvini ha detto che «stiamo lavorando a un forte taglio delle tasse a partire dall'anno prossimo per chi vive in questo paese e riguarda produttori e famiglie». Dichiarazione più coraggiosa rispetto a quella dei giorni scorsi, quando il leader della Lega ha escluso una flat tax per tutti. Sulla riforma del fisco del Carroccio, ha aggiunto, con l'Unione europea «sarà un bel confronto». Se «ce lo faranno fare sorridendo lo faremo, altrimenti lo faremo lo stesso».
Torna d'attualità un intervento concentrato sulle famiglie. Non quello proposto dal ministro Lorenzo Fontana, un assegno da 100 a 300 euro per ogni figlio fino ai 26 anni.
Semmai una rimodulazione delle aliquote Irpef per favorire «le famiglie, per contrastare il calo demografico», spiega il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia. Per ora è presto per parlare di coperture. «Ma in un'ottica di semplificazione - ha detto in un'intervista a La Stampa - i margini sono enormi: un assegno unico, cospicuo e formulato in maniera semplice è sicuramente una misura che aiuta a combattere tra l'altro il problema della denatalità. Se penso che persino in Trentino, che ha una media di nascite normalmente superiore a quella nazionale, il dato è negativo, è chiaro che bisogna fare qualcosa».
Interviene sul fisco anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, chiedendo meno tasse su salari e premi di produzione e un piano per ridurre la disoccupazione giovanile. Nei giorni scorsi Di Maio aveva messo la riduzione del cuneo fiscale tra le priorità del governo gialloverde e ieri, lo stesso ministro dello Sviluppo e vice premier, non ha escluso misure pro famiglia. Ma sulla flat tax è tornato a chiedere alla Lega delle coperture certe. Gli spazi di manovra sono minimi. Solo evitare l'aumento dell'Iva in programma nel 2020 costa 23,1 miliardi di euro. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria si è impegnato al rispetto dei patti con l'Europa sul deficit.
I buoni risultati delle entrate del 2019 avranno un effetto trascinamento nel 2020 e all'Italia dovrebbero essere riconosciute ancora una volta margini di spesa extra. Ma non basteranno a finanziare tutte le riforme che la maggioranza chiede.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.