Il governo: "Massima tutela alla Flotilla"

Ciriani: "Assistenza diplomatica attiva". Greta & C. denunciano: colpiti di nuovo

Il governo: "Massima tutela alla Flotilla"
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Dopo il drone, ecco la granata. Anzi, un secondo drone, una granata incendiaria che dà una scottata al ponte dell'Alma, nave con bandiera britannica della Global Sumud Flotilla. Più o meno lo stesso copione visto nella notte precedente a bordo della Family: urla, paura e dichiarazioni che grondano indignazione. A bordo registrano subdole incursioni di misteriosi nemici. Perché lo facciano, non si capisce. Perché attaccare in acque tunisine le navi che dovrebbero portare sollievo alla popolazione affamata di Gaza? Il retropensiero degli organizzatori è che si tratti di una manina israeliana, ma non ci sono prove e nemmeno indizi. Anzi, qualcuno pensa che non ci sia nemmeno l'attentato, o gli attentati, ma solo un incidente. E tanta enfasi.

Gli esperti avanzano dubbi: non si è mai visto un drone che precipita su un'imbarcazione e non rompe nemmeno un vetro. Troppa grazia, par di capire. I soliti sospetti, un'onda alta così di vittimismo, le telecamere che frugano nel cielo alla ricerca dei fantomatici sabotatori, intanto la flotta che vorrebbe rompere il blocco navale imposto da Israele, si dispone alla traversata verso il Medio Oriente.

Il senatore M5S Marco Croatti, uno dei quattro, anzi cinque parlamentari italiani che partecipano alla spedizione cui si è aggiunto il grillino Arnaldo Lomuti, assume una postura di guerra: "Eravamo consapevoli che l'impresa non fosse semplice e ancora prima della partenza si registrano i primi tentativi di intimorirci". Poi arriva lo slogan che riassume lo stato dell'arte: "Non ci fermeranno". Il quesito è sempre lo stesso: chi?

Dopo il presunto drone dell'altra notte, le autorità tunisine hanno smentito categoricamente la presenza di sabotatori. Si parla di un razzo di segnalazione sfuggito agli organizzatori, poi il secondo giallo radicalizza le contrapposizioni. Denunce e alzate di spalle, analisi preoccupate e contro analisi che mettono alla berlina gli ordigni anti Flotilla. "La versione del drone - spiega al Corriere della sera Andrea Gilli, ricercatore in affari militari al Nato Defense College - non è molto convincente. Non si può dire con certezza chi ha lanciato quell'oggetto, ma questo non sembra un drone. Più probabile che sia un razzo da segnalazione".

Intanto, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani va alla Camera e nel corso del question time prova a rassicurare le opposizioni: "Sarà garantita ogni possibile assistenza diplomatica e consolare ai cittadini italiani che partecipano all'iniziativa. Come è sempre avvenuto, anche di recente, nel caso di cittadini italiani fermati in Israele per iniziative analoghe. L'Unita di crisi della Farnesina - aggiunge il ministro - e l'ambasciata d'Italia a Tel Aviv sono già pienamente attivate in tal senso".

Di più, Ciriani lancia un monito a Israele e un invito agli attivisti. "È fondamentale che Israele nel condurre eventuali azioni di interdizione rispetto all'accesso a Gaza via mare, assicuri in ogni momento la sicurezza di tutte le persone a bordo delle diverse imbarcazioni". Poi il ministro offre il suo aiuto ai militanti: "Il Governo si è reso disponibile con gli organizzatori della Flotilla a mettere a disposizione i canali umanitari già attivi e maggiormente efficaci per la consegna degli aiuti a Gaza".

La sinistra va oltre e chiede un vero e proprio scudo a protezione delle imbarcazioni che vogliono sfidare Tel Aviv: una scorta della Marina militare e della Guardia costiera. L'obiettivo è far arrivare 250 tonnellate di aiuti e cibo agli abitanti della Striscia che vivono in condizioni disperate.

Comunque, ci siamo.

Le navi in movimento sono più di cinquanta e oggi da Siracusa dovrebbe mettersi in moto il convoglio italiano.

Gli studenti occupano intanto il rettorato dell'Università di Genova, il campus Einaudi a Torino, piantano le tende alla Statale di Milano. C'è un clima di mobilitazione. Per mare. E per terra.

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