Politica

"Il governo non durerà: colpisce i redditi bassi. Cala la fiducia in Conte"

La maga dei sondaggi: "Sei italiani su dieci vedono la fine dell'esecutivo tra un anno"

"Il governo non durerà: colpisce i redditi bassi. Cala la fiducia in Conte"

Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research: alla prima prova elettorale l'alleanza Pd-M5s si è squagliata. Può avere un futuro o i due elettorati sono troppo diversi?

«Per avere un futuro serve un progetto. Noi abbiamo fatto un test ed è emerso che il 68,2% degli elettori a livello nazionale è convinto che questa coalizione sia più un'arma di difesa dal centrodestra che un'intesa politica vera. Ripeto, un elettore per votare deve aderire a un pensiero e a un progetto, al momento nella maggioranza Pd-M5s questo non si vede».

Quanto durano al governo secondo lei?

«Non sono una maga, però ho notato una cosa. Mentre prima le persone pensavano che questo governo potesse durare almeno fino all'elezione del capo dello Stato (nel 2022, ndr) ora invece hanno più dubbi. La maggioranza, circa il 60%, pensa che il governo finirà tra la fine del 2020 e inizio il 2021. Il dato interessante è che in questo campione abbiamo un elettore su tre dei Cinque stelle e un elettore su tre del Pd. Significa che gli stessi elettori della maggioranza pensano che durerà molto. Altro dato interessante è che il giudizio sul governo equivale e si sovrappone al giudizio sulla manovra, che è positivo solo per il 28,2%. Significa che la manovra è percepita soprattutto come più tasse. Non basta dire non abbiamo aumentato l'Iva o non faremo alzare lo spread, perché la quotidianità è molto più complessa e guarda i piccoli aumenti; la visione della bolletta che diventa più cara ha un effetto molto più forte sull'elettore rispetto a tutto il resto. Far diventare l'auto aziendale un costo, è un colpo pesante per le famiglie. Anche imporre scelte salutistiche o ecocompatibili, come le bevande non zuccherate o gli involucri plastic free, percepite dalla maggioranza della gente come più costosi, dimostrano una scarsa sensibilità soprattutto verso i redditi più bassi. Sono piccole sfumature però sulla vita quotidiana di ciascuno hanno effetti diretti più tangibili dello spread».

Il premier Conte come lo vede?

«La fiducia in Conte è in calo, perde ancora nella ultima settimana, il suo gradimento si attesta al 35%. Il tema vero è che Conte aveva la stima di cui godono tutti personaggi istituzionali. L'anno scorso era al 40%. Nel momento in cui Salvini fa cadere il governo, la fiducia nel premier supera anche quella per Salvini. Poi però, nelle ultime settimane, accade qualcosa. Con la foto di Narni, cioè con il suo schierarsi con la coalizione Pd-M5s in Umbria, la sua figura che poteva sembrava super partes; prende una posizione politica e questo gli toglie la parte di fiducia che poteva godere come figura istituzionale. Schierandosi ha ottenuto un doppio effetto negativo: ha perso credibilità nei confronti degli elettori di altri schieramenti, ma non convince neppure gli elettori Pd e M5s che se devono avere un premier politico preferirebbero averne uno espressione diretta del loro partito di riferimento».

Insomma sembra messo male questo esecutivo quanto a popolarità.

«Abbiamo misurato anche quella, il governo convince poco meno di un elettore su tre, precisamente il 28,3%. Ovviamente il momento politico legato alla manovra, percepita soprattutto come un aumento di tasse, non ha un effetto positivo sulla percezione dell'esecutivo. Il tema vero qui è che la somma dei voti dei partiti che compongono la maggioranza di governo è più alta di 10 punti rispetto alla fiducia nella manovra, che è 1 su tre etc. Il che vuol dire che gli stessi elettori non sono contenti di quello che sta succedendo».

Il Movimento cinque stelle sta pagando i suoi fallimenti?

«C'è un dato su cui riflettere. La fiducia nella classe politica italiana è il 6%. Nel 2007, alla vigilia del Vaffa day, la fiducia nella politica era attorno al 10%. Quindi dopo dieci anni in cui il M5s è arrivato al governo, sia locale che nazionale, la fiducia degli italiani nella politica non è cresciuta ma è diminuita. Il Movimento è nato con l'idea di portare i cittadini ad avere parte nella politica; in questo ha funzionato. Il problema è arrivato quanto il M5s si è separato dal popolo per diventare classe politica. È diventato un partito come gli altri. Sono diventati anche loro parte della casta che combattevano, vengono letti così».

E Renzi?

«La maggior parte di cittadini ha interpretato la nascita del suo partito come un'operazione di palazzo a cui sta fa seguito un'operazione di territorio. Renzi deve fare un salto per riaccreditare il suo progetto politico futuro.

Uso una brutta parola: deve migliorare il suo profilo etico-politico, cioè riscattare la sua immagine».

Commenti