Governo pronto a vietare tutte le attività lavorative

Consiglio dei ministri fino a tarda sera. Previsto l'esercito per far rispettare i divieti. Il nodo scuole

Governo pronto a vietare tutte le attività lavorative

Il governo studia un decreto con misure speciali. Racchiuderà i provvedimenti che consentiranno interventi come la chiusura delle scuole, la sospensione delle manifestazioni e delle attività lavorative, fino, se necessario, all'uso di polizia ed esercito per far rispettare le prescrizioni anti Coronavirus. È l'esito del Consiglio dei ministri straordinario convocato ieri sera per fronteggiare l'emergenza. Un tavolo tecnico con il premier, i ministri e i vertici della Protezione civile per dettare le linee guida da seguire alle cinque regioni colpite, che sono state interpellate. Insieme alle opposizioni.

In mattinata, in attesa del Cdm, sono arrivate le comunicazioni dei governatori più coinvolti. In Lombardia, con i casi che aumentano nell'area del focolaio lodigiano, il presidente Attilio Fontana è «in continua comunicazione con il governo e con le altre regioni interessate». L'aspetto considerato positivo è che tutti i casi di contagio sono «riferibili e circoscritti alla zona del Lodigiano già individuata». L'assessore al Welfare Giulio Gallera aggiunge: «Dalla scoperta del caso di Codogno (il 38enne ora ricoverato al San Matteo di Pavia, ndr) abbiamo fatto centinaia di tamponi, un lavoro enorme. La gestione dell'emergenza sul territorio è in piena attività e le misure messe in campo si stanno dimostrando efficaci e positive. Cremona, nuova area colpita, ha chiuso le scuole e annullato molte manifestazioni pubbliche, anche Pavia sta valutando misure simili. La gente non gira, resta nel proprio domicilio, ed è questa la cosa che ci interessava». Il riferimento è ai dieci Comuni in parziale isolamento. «L'obiettivo è contenere il più possibile la situazione, evitare il più possibile la veicolazione del virus». Ancora: «Se abbiamo il 13 per cento di casi positivi rispetto ai tamponi effettuati, vuol dire c'è un contagio molto evidente». Tuttavia, allo stato, «non c'è una pandemia». Aggiunge Fontana: «I cittadini della zona del focolaio devono restare a casa e non recarsi in altre città, né per lavorare né per andare a scuola o all'università. Ma nel resto della Lombardia non sono necessarie, al momento, misure drastiche». Anche se la Conferenza dei rettori ha deciso in serata la chiusura delle università lombarde fino al 2 marzo. Inoltre le due strutture militari individuate per la futura quarantena, una a Milano e una in provincia di Piacenza, già ora «sono aree con numeri non sufficienti», precisa Gallera.

In Veneto il presidente Luca Zaia ha comunicato la chiusura di tutte le università della regione per la prossima settimana. Il ministero della Salute ha disposto la sospensione delle lezioni, delle manifestazioni e delle attività commerciali e lavorative (esclusi i servizi essenziali) e delle fermate dei mezzi pubblici nel Comune di Vo', in provincia di Padova. E ha vietato l'accesso agli Ospedali Riuniti Padova Sud, sospendendo le attività sanitarie.

Controlli e tamponi su tutto il personale e i pazienti. Precauzioni igienico-sanitarie ordinate poi a Mira e nel locale ospedale. In Trentino le scuole e gli asili saranno chiusi almeno fino a mercoledì. Mentre il Friuli-Venezia Giulia ha decretato lo stato di emergenza.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica